Mostre, Batman e Superman all’Archeologico. Supereroi tra pulp e arte classica

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Una volta c’era Achille con la sua leggendaria ira, oggi ci sono gli eroi in calzamaglia dai mantelli technicolor. Una volta c’era Omero e l’Iliade, oggi c’è la Marvel e il cinema Blockbuster. Non è che la fisionomia dell’eroe sia cambiata poi molto. Certo, si è adattata ai tempi e ha acquisito sembianze contemporanee. A raccontarcelo è l’artista Adrian Tranquilli, con l’antologica Giorni di un Futuro Passato, ospitata dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli a partire da Sabato 2 Aprile fino a Lunedì 6 Giugno 2016. La mostra, curata da Eugenio Viola e il cui titolo fa riferimento ad un episodio della saga degli X-Men, ingloba l’iconografia fumettistica, spogliandola, però, di tutto quel suo panorama bonario.

Il supereroe si presta come una chiave di lettura straordinaria. E’ escamotage perfetto per l’ analisi di quella cultura occidentale incentrata tutta sulla figura del maschio salvatore, la cui impresa si rivela fallimentare” spiega l’artista, sottolineando come l’eroe, qui, non sia protagonista di uno straordinario poema epico, quanto beniamino prediletto di una cultura che si apre allo sfacelo. Il tentativo salvifico si manifesta solo per intenti in una lotta totalmente vana, una lotta contro i mulini a vento. Tranquilli porta avanti una critica puntuale che mette a nudo la figura del prode combattente condannato ad un tragico destino. E se qui ci torna in mente lo slogan tormentone dello Spiderman di Sam Raimi – Da grandi poteri derivano grandi responsabilità – è anche vero che già la classicità, per non parlare poi della lunga sequela di martiri cristiani, è piena di eroi tormentati, dal Prometeo dispensatore di fuoco, il cui fegato veniva divorato ogni notte da un’ aquila, all’ Edipo incestuoso e condotto alla pazzia. Ma gli esempi sono tanti e non è difficile cogliere i nessi culturali quando ad accogliere l’esposizione è il MANN, un complesso museale che vanta, nel suo ricco patrimonio, la collezione Farnese. E così, si passa di buon grado dai marmi greci alle riproduzioni romane, fino a quei semidei contemporanei che Tranquilli ha voluto mettere in scena, in bilico tra il pulp e l’arte classica. Nei vari ambienti del museo spuntano Batman Crocifissi, come quelli di In Excelsis, eroi penitenti e desolati come in Back in Black, Yoda in paramenti papali (Yoda – The Day After) o Alien in grembo ad una cianotica Venere di Milo (Alien-The Artist). Sono figure noir, a tratti ironiche a tratti profondamente drammatiche, che si insinuano perfettamente nell’immaginario mitologico comune.
Giorni di un Futuro Passato si manifesta, allora, come la più completa esposizione di Tranquilli, unico artista italiano che ha utilizzato, esclusivamente e per tutta la sua carriera, il motivo del fumetto super-eroico, intravedendo in esso il racconto di una cultura, quella occidentale, che ama raccontarsi in toni individualistici e ridondanti. Ma sembra essere tutto fumo negli occhi: gli eroi non esistono se non nella loro vana celebrazione.