Primo venerdì del mese: occhi puntati sui dati macro Usa

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Il punto. Il Ftse Mib segna -1,21%, il Ftse Italia All-Share -1,09%, il Ftse Italia Mid Cap -0,33%, il Ftse Italia Star -0,38%.

Mercati azionari europei in ribasso. DAX -1,6%, CAC 40 -1,6%, FTSE 100 -1,1%, IBEX 35 -1,5%.

Future sugli indici azionari americani in calo dello 0,4-0,6 per cento.

Euro su dollaro poco sotto il massimo da ottobre toccato ieri a 1,1412. EUR/USD al momento oscilla sugli 1,1385.
Mercati obbligazionari eurozona poco mossi. Il rendimento del Bund decennale rispetto alla chiusura precedente scende di 1 bp allo 0,16%, quello del BTP sale di 1 bp all’1,24%. Lo spread sale di 2 bp a 108.

Deboli le borse cinesi: l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen termina a +0,12% circa, mentre a Hong Kong l’indice Hang Seng al momento segna -1,4% circa.
Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 -0,20%, Nasdaq Composite +0,01%, Dow Jones Industrial -0,18%. In forte ribasso Tokyo con il Nikkei 225 a -3,55%.

Borse asiatiche
Pessima chiusura di ottava, di inizio di mese e di trimestre, per Tokyo, che sconta il rafforzamento dello yen ancora in scia alle dichiarazioni di martedì di Janet Yellen (Fed), che ha allontanato l’ipotesi di un nuovo incremento dei tassi d’interesse Usa già nel corso del meeting di fine aprile del Federal Open Market Committee e spinto il dollaro nell’ottava fino ai minimi dallo scorso ottobre nei confronti del paniere delle sei principali valute. La divisa Usa ha registrato il declino trimestrale più netto in oltre cinque anni. E per il Sol Levante, mentre crescono i timori sul fatto che i piani del premier Shinzo Abe per il rilancio dell’economia abbiano esaurito l’inerzia, notizie negative arrivano anche sul fronte macroeconomico come evidenzia l’indice Tankan, stilato trimestralmente tra 10.500 aziende dalla Bank of Japan.

Il dato relativo al primo trimestre 2016 è infatti per un crollo a 6 punti contro i 12 punti di terzo e quarto trimestre 2015 e gli 8 punti del consensus del Wall Street Journal. Dopo dieci mesi consecutivi sopra alla soglia di 50 punti che separa crescita da recessione, inoltre, la lettura finale dell’indice Pmi stilato da Markit/Nikkei relativa al mese appena chiuso è per un declino a 49,1 punti, in linea con la lettura preliminare, e contro i 50,1 punti di febbraio (52,3 in gennaio), ai minimi dal febbraio 2013. Il risultato è stato un tracollo del listino: il Nikkei 225 ha chiuso con un crollo del 3,55% (appena meglio ha fatto l’indice più ampio Topix, deprezzatosi del 3,40%), trascinato a fondo dai grandi esportatori. Peggiore titolo è stato quello di Panasonic, in arretramento di oltre il 12% (nella peggiore performance intraday di tre anni e mezzo), dopo avere fornito un outlook debole per l’esercizio appena avviato.

Tutti gli occhi erano però puntati sulla Cina e sui cruciali indici Pmi che hanno invece mostrato segnali di ripresa per Pechino. Dopo sette mesi consecutivi in contrazione, infatti, l’indice Pmi manifatturiero ufficiale è cresciuto in marzo a 50,2 punti da 49,0 punti di febbraio (livello più basso dal novembre 2011) e ampiamente meglio rispetto ai 49,4 punti del consensus. Migliora significativamente, e ben oltre le attese, anche il Purchasing Managers’ Index (Pmi) elaborato da Markit/Caixin che sale a 49,7 punti da 48,0 punti di febbraio. Il dato si confronta con i 48,2 punti attesi dagli economisti ma resta comunque sotto alla soglia di 50 punti che separa crescita da contrazione per il tredicesimo mese consecutivo. A deprimere i mercati ha però contribuito Standard & Poor’s, che giovedì ha peggiorato da stabile a negativo l’outlook della Cina. Avvicinandosi alla chiusura Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 hanno ridotto poco sopra al mezzo punto percentuale la loro perdita dopo avere scambiato per gran parte della seduta in declino di oltre l’1% mentre è superiore all’1,50% la flessione dello Shenzhen Composite.

In linea anche la performance di Hong Kong: l’Hang Seng è in calo di circa l’1% (mentre è di quasi il 2% il declino dell’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China). In precedenza avevano chiuso in negativo anche Sydney e Seoul: S&P/ASX 200 e Kospi hanno perso l’1,64% e l’1,12% rispettivamente (declino superiore all’1% anche per l’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso).

Borsa Usa
Alla vigilia degli importanti indicatori sul mondo del lavoro (alle 14,30 di oggi sarà pubblicato il dato relativo ai No farm payroll) i principali indici a New York hanno chiuso la seduta poco mossi. Il Dow Jones ha perso lo 0,18%, l’S&P 500 lo 0,20% mentre il Nasdaq Composite ha guadagnato lo 0,01%. Gli economisti stimano un incremento di 205 mila posti di lavoro contro le 242 mila unità del mese precedente. Il tasso di disoccupazione è invece previsto stabile al 4,9%.

Ad ogni modo, nel mese di marzo il Dow Jones ha guadagnato il 7,1%, l’S&P 500 il 6,6% e il Nasdaq Composite il 6,8%. Nel primo trimestre il Dow Jones ha messo a segno un progresso dell’1,5%, l’S&P 500 dello 0,8% mentre il Nasdaq Composite ha lasciato sul terreno il 2,75%. Luci ed ombre dai dati macroeconomici pubblicati in giornata. Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 25 marzo si sono attestate a 276 mila unità, superiori alle attese (265 mila) e al dato rilevato la settimana precedente (265 mila unità). Il numero totale di persone che richiede l’indennità di disoccupazione si attesta a 2,173 milioni, inferiore ai 2,205 milioni attesi. L’indice PMI Chicago a marzo è cresciuto più del previsto a 53,6 punti da 47,6 del mese precedente. Gli analisti avevano previsto un incremento a 50 punti. 

Europa
Londra e Francoforte ieri hanno fatto segnare un calo dello 0,46 e dello 0,81 per cento fermandosi rispettivamente a 6.174,9 e 9.965,51 punti. Perdite più consistenti per Parigi (-1,34% a 4.385,06) e Madrid (-1,66% a 8.723,1).

Sempre ieri è stata una giornata particolarmente ricca di indicazioni macro. A marzo, secondo la lettura preliminare dell’Eurostat, l’inflazione di Eurolandia ha segnato un calo dello 0,1% annuo rispetto al -0,2% del mese precedente. Il dato “core”, quello calcolato al netto delle componenti più volatili, rileva un incremento dell’1% a/a dal +0,8% precedente.
Nell’ultimo trimestre del 2015 la Gran Bretagna ha registrato un progresso del Pil dello 0,6% su base trimestrale rispetto al +0,5% precedentemente comunicato. La variazione tendenziale è stata di +2,1% rispetto al +1,9% precedente. In Germania a marzo il tasso di disoccupazione si è confermato al 6,2%, il livello minore dai tempi della riunificazione, e le vendite al dettaglio a febbraio hanno segnato una flessione dello 0,4% su base mensile rispetto al -0,1% della passata rilevazione (dato rivisto da +0,7%).

Italia
Pesanti cali del settore bancario, ieri a Piazza Affari, che hanno evidentemente condizionato l’intero listino. Il Ftse Mib ha chiuso le contrattazioni con un calo dell’1,41% a quota 18.116 punti. Il listino milanese ha pagato la nuova difficile giornata del settore bancario e il passo indietro del petrolio di nuovo sotto quota 40 dollari al barile.

Forti cali di Mps (-4,19% a 0,503 euro) e Banco Popolare (-6,42% a 6,045 euro) con quest’ultimo che nel corso della seduta ha aggiornato i minimi storici scendendo fino a 5,925 euro.
Fuori dal coro dei ribassi Intesa Sanpaolo (+0,66%) in scia al buy con cui Ubs ha avviato la copertura sul titolo dell’istituto guidato da Carlo Messina indicando un target price di 2,85 euro. Ubs ha indicato invece rating neutral su Unicredit (-3,05%) con prezzo obiettivo posto a 3,7 euro.
Tra le big del listino milanese in calo anche Finmeccanica (-1,41% a 11,15 euro) che si è aggiudicata un contratto da circa 100 milioni di euro per la fornitura alla Marina Militare delle Filippine di due elicotteri Agusta Westland AW159.
In lieve calo Telecom Italia (-0,62% ) dopo la nomina del nuovo Ad Flavio Cattaneo.
Infine, nell’ultimo giorno di quotazione per Enel Green Power, il titolo ha segnato un -2,67%.

Da ieri nel paniere Ftse Mib è entrato a far parte il titolo Fineco.

I dati macro attesi oggi
Venerdì 1° Aprile 2016
01:50 GIA Indice Tankan trim1 2016;

03:00 CINA Indice PMI manifatturiero mar;
03:00 CINA Indice PMI non manifatturiero mar;
03:45 CINA Indice Caixin (Markit) PMI manifatturieri mar;
04:00 GIA Indice PMI manifatturiero (finale) mar;
09:15 SPA Indice PMI manifatturiero mar;
09:45 ITA Indice PMI manifatturiero mar;
09:50 FRA Indice PMI manifatturiero (finale) mar;
09:55 GER Indice PMI manifatturiero (finale) mar;
10:00 EUR Indice PMI manifatturiero (finale) mar;
10:00 ITA Tasso di disoccupazione feb;
10:30 GB Indice PMI manifatturiero mar;
11:00 EUR Tasso di disoccupazione feb;
14:30 USA Nuovi occupati mar;
14:30 USA Tasso di disoccupazione mar;
15:45 USA Indice Markit PMI manifatturiero (finale) mar;
16:00 USA Indice fiducia consumatori (Reuters-Univ. Michigan) (finale) mar;
16:00 USA Spesa in costruzioni feb;
16:00 USA Indice ISM manifatturiero mar