Riforme: Camera, scontro maggioranza-opposizioni su voto

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Scontro nella conferenza dei capigruppo della Camera tra opposizione e maggioranza sulla data del voto finale sul ddl Riforme. Le opposizioni hanno chiesto un rinvio del voto, inizialmente previsto per il 12 aprile, per consentire la campagna elettorale sul referendum. La maggioranza ha detto no. Ora è certo solo che l’11 aprile inizia la discussione sul ddl Boschi, ma l’opposizione annuncia ostruzionismo sulle dichiarazioni di voto finali, su cui i tempi non sono contingentati, per andare oltre il 12 aprile.

 “Non c’è stato – spiega Rosato dopo la riunione a Montecitorio – uno scontro ma un normale dibattito dove l’atteggiamento delle opposizioni è incomprensibile: qui chiedono la sospensione e al Senato approvano una normale settimana di lavoro”. Per il capogruppo dem la soluzione di votare a Montecitorio solo le riforme “è una buona mediazione” che nulla toglie al diritto di informazione dei cittadini sul referendum. Quanto ai tempi del voto finale sulle riforme, aggiunge, “le opposizioni minacciano ostruzionismo, ne prendiamo atto e quindi se non sarà il 12, sarà il 13 e se no il 14…ormai le opposizioni si rappresentano più per l’ostruzionismo che per il confronto di merito”.
   

Scontro nella conferenza dei capigruppo della Camera tra opposizione e maggioranza sulla data del voto finale sul ddl Riforme. Le opposizioni hanno chiesto un rinvio del voto, inizialmente previsto per il 12 aprile, per consentire la campagna elettorale sul referendum. La maggioranza ha detto no. Ora è certo solo che l’11 aprile inizia la discussione sul ddl Boschi, ma l’opposizione annuncia ostruzionismo sulle dichiarazioni di voto finali, su cui i tempi non sono contingentati, per andare oltre il 12 aprile.

 “Non c’è stato – spiega Rosato dopo la riunione a Montecitorio – uno scontro ma un normale dibattito dove l’atteggiamento delle opposizioni è incomprensibile: qui chiedono la sospensione e al Senato approvano una normale settimana di lavoro”. Per il capogruppo dem la soluzione di votare a Montecitorio solo le riforme “è una buona mediazione” che nulla toglie al diritto di informazione dei cittadini sul referendum. Quanto ai tempi del voto finale sulle riforme, aggiunge, “le opposizioni minacciano ostruzionismo, ne prendiamo atto e quindi se non sarà il 12, sarà il 13 e se no il 14…ormai le opposizioni si rappresentano più per l’ostruzionismo che per il confronto di merito”.