C’è attesa sui mercati per le parole del numero uno della Fed (ore 17,30)

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Il punto. Il Ftse Mib segna +1,53%, il Ftse Italia All-Share +1,41%, il Ftse Italia Mid Cap +0,54%, il Ftse Italia Star +0,27%. Bancari in verde con l’indice FTSE Italia Banche a +1,5%.

Mercati azionari europei in rialzo. DAX +1%, CAC 40 +1,2%, FTSE 100 +0,8%, IBEX 35 +1,3%.

In lieve calo Tokyo con il Nikkei 225 a -0,18%. Negative le borse cinesi: l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen termina a -1,08%, a Hong Kong l’indice Hang Seng al momento segna a -0,1% circa. 

Future sugli indici azionari americani in rialzo dello 0,1-0,2 per cento circa. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 +0,05%, Nasdaq Composite -0,14%, Dow Jones Industrial +0,11%. 

Euro su dollaro in arretramento dal massimo di ieri a 1,1219. EUR/USD al momento segna 1,1175. 

Mercati obbligazionari eurozona in rialzo. Il rendimento del Bund decennale rispetto alla chiusura precedente scende di 3 bp allo 0,15%, quello del BTP scende di 4 bp all’1,26%. Lo spread scende di 1 bp a 111.

Borse asiatiche
Mercati asiatici in frenata in attesa delle parole della numero uno della Federal Reserve (Fed) Janet Yellen, che nel pomeriggio dovrebbe dare indicazioni sulle prossime mosse dell’istituto centrale Usa, con gli investitori che scommettono su un nuovo rialzo dei tassi.
Tokyo, che aveva segnato un progresso dello 0,77% lunedì, ha chiuso la seduta in declino. Il Nikkei 225 ha comunque limitato in chiusura allo 0,18% le sue perdite (leggermente peggio ha fatto l’indice più ampio Topix, deprezzatosi dello 0,31%). Lo yen, leggermente in progresso rispetto al declino registrato in overnight sul dollaro, sconta i dubbi sulle prossime mosse della Bank of Japan, che potrebbe anche decidere di spingere ulteriormente in negativo i tassi d’interesse. Speculazioni, smentite dallo stesso premier Shinzo Abe, su un possibile rinvio del nuovo incremento dell’imposta dei consumi, previsto per l’aprile del prossimo anno, e sul ricorso anticipato alle urne hanno contribuito a deprimere il clima. Contrastanti anche i dati macroeconomici, visto che seppure le vendite retail del Sol Levante hanno segnato il primo progresso in quattro mesi in febbraio (sono infatti cresciute dello 0,5% su base annua per altro ampiamente peggio rispetto all’1,2% d’incremento atteso dagli economisti), il dato segna un declino del 2,3% su base mensile rettificata stagionalmente nella peggiore lettura da quando nell’aprile 2014 venne aumentata dal 5 all’8% l’imposta sui consumi. Lo scorso mese, però, la spesa delle famiglie in Giappone è cresciuta dell’1,2% su base annua contro il declino del 3,1% registrato in gennaio. Si tratta del primo progresso dopo quello del 2,9% registrato in agosto e si confronta con il calo dell’1,9% atteso dagli economisti. Seduta in positivo invece, per Seoul, con il Kospi che ha segnato un progresso dello 0,62% al termine delle contrattazioni.
Peggiore performance di giornata è stata quella di Sydney, in apertura di ottava (come Hong Kong) dopo le festività pasquali. L’S&P/ASX 200 ha infatti perso l’1,57% trascinata al ribasso soprattutto dai titoli finanziari (tutti i principali hanno segnato cali superiori al 2%), ma anche da quelli del settore consumer. Avvicinandosi alla chiusura in declino anche le piazze della Cina continentale. Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300, che avevano perso lo 0,73% e lo 0,88% lunedì, sono in flessione di oltre mezzo punto percentuale.
Sul fronte macroeconomico, in Cina i profitti del settore industriale sono cresciuti nel periodo gennaio-febbraio (abitualmente accorpato per evitare le distorsioni dovute alle festività lunghe una settimana del Capodanno lunare) del 4,8% su base annuale dopo il declino del 4,7 registrato in dicembre (e quello dell’1,4% in novembre), mettendo fine a una striscia negativa durata sette mesi. Hong Kong è invece sostanzialmente invariata: l’Hang Seng si è mosso per gran parte della seduta tra negativo e positivo ma sempre prossimo allo zero (performance sostanzialmente uguale anche per l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China).

Borsa Usa
A New York i principali indici hanno chiuso la prima seduta della settimana poco mossi. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,11%, l’S&P 500 lo 0,05% mentre il Nasdaq Composite ha lasciato sul terreno lo 0,14%. Bassi gli scambi a causa del clima semifestivo. Il dato sul Deflatore dei consumi personali (Core Personal Consumption Expenditure Index), diminuito dello 0,1% a febbraio rispetto a gennaio, ha ridotto le probabilità di un imminente incremento del costo del denaro da parte della Fed. L’indice Pending Home Sales (vendite di case con contratti ancora in corso) ha invece evidenziato un incremento superiore alle attese nel mese di febbraio, pari al 3,5% m/m contro il +1% indicato dal consensus.
Sul fronte societario in calo il settore energetico in scia al ribasso del petrolio.

Europa
Le principali Borse europee, dopo il lungo ponte pasquale, hanno aperto la seduta in rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,8%, il Cac40 di Parigi l’1%, il Ftse100 di Londra lo 0,85% e l’Ibex35 di Madrid l’1,1%. Questa sera è atteso un intervento della Yellen, numero uno della Fed, che potrebbe chiarire lo scenario dei tassi per i prossimi mesi.

Italia
Piazza Affari è ripartito con l’indice Ftse Mib che, prima della pausa pasquale, aveva lasciato sul terreno l’1,39% a 18.205 punti. I mercati hanno pagato, infatti, l’intonazione negativa del petrolio e le indicazioni contrastanti arrivate dagli Stati Uniti. Il Pmi servizi ha deluso le attese e ordini beni durevoli a febbraio si sono ridotti del 2,8%. La lettura è stata leggermente migliore delle attese degli analisti i quali attendevano una riduzione del 3%.

Reazione negativa del mercato all’atteso annuncio delle nozze tra Banco Popolare e Bpm, in calo rispettivamente del 4,8% e del 5,34%. Mercoledì sera i consigli di amministrazione dei due istituti hanno approvato il progetto che porterà alla fusione e alla nascita del terzo istituto finanziario italiano. Il rafforzamento di capitale sarà da 1,5 miliardi, mentre il prossimo consiglio di amministrazione sarà composto da 15 membri. Nella capogruppo il 54% sarà in mano agli azionisti del Banco Popolare mentre il 46% ai soci di Bpm. Il nuovo gruppo vanterà attivi per oltre 170 miliardi di euro, 2.500 sportelli con circa 25 mila dipendenti e 4 milioni di clienti. Nel piano industriale, che sarà presentato entro un mese alla Bce, si prevede entro il 2019 una riduzione dei Non performing loans (Npl), ovvero dei crediti in sofferenza, fino a 10 miliardi di euro nominali.

I dati macro attesi oggi
Martedì 29 Marzo 2016
01:30 GIA Tasso di disoccupazione feb;
01:30 GIA Consumi feb;
01:50 GIA Vendite al dettaglio feb;
10:00 ITA Indice fiducia consumatori mar;
10:00 ITA Indice fiducia imprese mar;
10:00 EUR M3 dest. feb;
11:15 USA Intervento Williams (Fed);
15:00 USA Indice S&P-Case/Shiller (prezzi abitazioni) gen;
16:00 USA Indice fiducia consumatori (Conference Board) mar;
17:30 USA Intervento Yellen (Fed)