Borse: Europa resta sotto pressione

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Piazza Affari sempre sotto scacco delle banche. Il Ftse Mib, pur limando leggermente, cede l’1,24% a 18.521 punti. Ad incidere sono in particolare le popolari con il Banco finito in asta (-14,3% teorico) in scia alla lettera ‘ultimatum’ della Bce sulle condizioni della fusione con Bpm (-6,4%). Stop anche per Mps (-5,77%). Tra gli altri sotto pressione Bper (-9,16%), Mediobanca (-5,48%), Ubi (-4,71%), Unicredit (-4,14%), Intesa (-3,78%).

Wall Street recupera. Il Dow Jones sale dello 0,51% a 17.415,82 punti, il Nasdaq perde lo 0,11% a 4.759,25 punti mentre lo S&P 500 avanza dello 0,34% a 2.032,85 punti.

Le Borse europee, sempre in scia alla riunione della Fed, restano sotto pressione con l’apertura in negativo di Wall Street. “Nonostante tutto, i mercati potrebbero tentare ancora di dare seguito a un rimbalzo nelle prossime settimane. In ogni caso, il movimento non dovrebbe durare a lungo e presto le incertezze riaffioreranno portando a cali simili a quelli visti nelle prime settimane del 2016” spiega Vincenzo Longo Market Strategist di Ig. L’indice d’area Stoxx 600 lascia sul terreno un punto percentuale con i bancari sotto vendita. 

Bpm-Banco: da Bce lettera ‘ultimatum’ su fusione – La Bce ha risposto al Banco Popolare e alla Bpm in merito al piano di aggregazione. Secondo quanto apprende l’ANSA, Francoforte avrebbe inviato ieri sera una lettera di ‘ultimatum’ agli istituti, in cui la Banca Centrale detterebbe le condizioni per concedere il via libera alla fusione. Sulla base dei precedenti rilievi, adesso l’intesa potrebbe però rivelarsi in salita.Il rischio che le richieste della Bce spingano Bpm e Banco a rinunciare alle nozze penalizza Verona in Borsa, dove il titolo, dopo essere finito due volte in asta di volatilità, cede il 6,3% mentre Bpm ha girato in calo (-0,7%). L’ipotesi uno stop non fa bene neanche ad altre popolari come Bper, in asta di volatilità. ”La mancata fusione sarebbe negativa per il settore bancario italiano perché vorrebbe dire che la vigilanza della Bce non agevola le fusioni e mette in difficoltà quelle banche che necessitano di trovare un partner che ne rafforzi la solidità patrimoniale e la redditività ma sarebbe positiva per Bpm”, commentano gli analisti di Intermonte, convinti che Milano ”sarebbe vista come un takeover target e potrebbero ricevere un ulteriore premio valutativo mentre aumenterebbero le changes per il Banco Popolare di dover fare un aumento di capitale”. Per Equita ”I tempi si sono così allungati” da far pensare che ”la possibilità che la fusione venga fatta è ridotta”.

Piazza Affari sempre sotto scacco delle banche. Il Ftse Mib, pur limando leggermente, cede l’1,24% a 18.521 punti. Ad incidere sono in particolare le popolari con il Banco finito in asta (-14,3% teorico) in scia alla lettera ‘ultimatum’ della Bce sulle condizioni della fusione con Bpm (-6,4%). Stop anche per Mps (-5,77%). Tra gli altri sotto pressione Bper (-9,16%), Mediobanca (-5,48%), Ubi (-4,71%), Unicredit (-4,14%), Intesa (-3,78%).

Wall Street recupera. Il Dow Jones sale dello 0,51% a 17.415,82 punti, il Nasdaq perde lo 0,11% a 4.759,25 punti mentre lo S&P 500 avanza dello 0,34% a 2.032,85 punti.

Le Borse europee, sempre in scia alla riunione della Fed, restano sotto pressione con l’apertura in negativo di Wall Street. “Nonostante tutto, i mercati potrebbero tentare ancora di dare seguito a un rimbalzo nelle prossime settimane. In ogni caso, il movimento non dovrebbe durare a lungo e presto le incertezze riaffioreranno portando a cali simili a quelli visti nelle prime settimane del 2016” spiega Vincenzo Longo Market Strategist di Ig. L’indice d’area Stoxx 600 lascia sul terreno un punto percentuale con i bancari sotto vendita. 

Bpm-Banco: da Bce lettera ‘ultimatum’ su fusione – La Bce ha risposto al Banco Popolare e alla Bpm in merito al piano di aggregazione. Secondo quanto apprende l’ANSA, Francoforte avrebbe inviato ieri sera una lettera di ‘ultimatum’ agli istituti, in cui la Banca Centrale detterebbe le condizioni per concedere il via libera alla fusione. Sulla base dei precedenti rilievi, adesso l’intesa potrebbe però rivelarsi in salita.Il rischio che le richieste della Bce spingano Bpm e Banco a rinunciare alle nozze penalizza Verona in Borsa, dove il titolo, dopo essere finito due volte in asta di volatilità, cede il 6,3% mentre Bpm ha girato in calo (-0,7%). L’ipotesi uno stop non fa bene neanche ad altre popolari come Bper, in asta di volatilità. ”La mancata fusione sarebbe negativa per il settore bancario italiano perché vorrebbe dire che la vigilanza della Bce non agevola le fusioni e mette in difficoltà quelle banche che necessitano di trovare un partner che ne rafforzi la solidità patrimoniale e la redditività ma sarebbe positiva per Bpm”, commentano gli analisti di Intermonte, convinti che Milano ”sarebbe vista come un takeover target e potrebbero ricevere un ulteriore premio valutativo mentre aumenterebbero le changes per il Banco Popolare di dover fare un aumento di capitale”. Per Equita ”I tempi si sono così allungati” da far pensare che ”la possibilità che la fusione venga fatta è ridotta”.