La UE, con maggior precisione quanti decidono per essa, sta avendo prove già da tempo che vale anche nel suo caso l’antico detto che l’apparenza inganna.
Non è la prima volta che il mondo si trova a dover prendere atto che quanto si pensava fosse bianco, ha dato successiva prova concreta di essere nero e viceversa. Le notizie di quanto è accaduto in questo secondo semestre dell’anno in Francia prima, in Germania nelle scorse ore, solo una decina di anni prima sarebbero state accolte come scherzi, peraltro di dubbio gusto.Tanto stante il loro oggetto tra quei parametri che meglio riescono a dare alla popolazione indicazioni attendibili sulle condizioni di salute del loro paese. Quel segnale è tenuto d’occhio, oltre che dalle altre nazioni e da enti internazionali, dagli investitori professionali e, sebbene in parte, anche da semplici cittadini. I primi personaggi tengono sotto controllo ogni stato che potrebbe essere potenziale luogo adatto per i loro investimenti, perchè dotato di particolari risorse e condizioni materiali e immateriali. Per quanto importanti esse siano, quelle condizioni sono necessarie ma non sufficienti perché l’investimento venga localizzato nei confini politici di quel paese. Gli economisti del secolo scorso più volte si cimentarono nella redazione di un elenco di quelli che potevano essere i requisiti di un paese che sarebbe potuto essere la terra promessa per quanti fossero stati in procinto di investire. Sempreché gli stessi non abbiano preclusioni di sorta. La risposta più frequente che ottennero dagli interessati fu “la pace sociale”, nel senso più ampio dell’espressione. Quindi non bastava solo che quei luoghi fossero al riparo da putsch, ma era pregiudiziale che la macchina statale funzionasse bene e che la giustizia procedesse scevra da ogni tipo di condizionamento. In una situazione difficile come quella che l’intero pianeta sta attraversando, é necessario, anche se a malincuore, prendere atto che due di quelli che, per l’ intera durata di alcuni secoli, furono il tender e la locomotiva del pesante treno Europa sono oggi in panne. A metà degli anni ’50, gli stessi agganciarono altri vagoni per iniziare il lungo viaggio verso l’ Unione Europea. I loro Governi sono caduti in rapida successione, avendo dato in precedenza già segnali di malfunzionamento. Per Parigi i precursori di quella debacle sono stati i dissapori della popolazione verso l’Esecutivo e il Premier Macron per la vicenda della riforma delle pensioni e vicende legate a essa. Si aggiunga che Oltralpe le elezioni politiche sono in programma già da tempo per febbraio prossimo. Se solo si pensa che in quella paese visse e operò Colbert, il disagio aumenta. A Berlino la situazione é precipitata ieri. Aveva preso il via in sordina, con buona probablilità perché l’ultima crisi così forte fu quella del dopoguerra. Quella volta fu causata prevalentemente dall’inflazione che aveva ridotto drasticamente il corso del marco. Eppure con la caduta del muro eretto in poche ore e in un tempo simile distrutto, quindi con la riunione delle due Germanie ottenuta soprattutto grazie al lavoro tenace del Cancelliere Kohll, pochi avrebbero pensato ciò che sta accadendo ora. I governi che si erano succeduti avevano svolto bene il loro lavoro e quella nazione era assurta agli onori mondiali. La situazione della parte occidentale del mondo è grave e di tanto non si discute. I Sacri Testi di Economia Politica, già dall’ opera dell’ inglese Adam Smith con la sua “Mano invisibile”, non hanno mai tralasciato di mettere in evidernza che alcuni dei più importanti fenomeni sociali e economici possono arrivare a prescindere dall’ operato dell’ uomo. Sono i cicli e i diversi tipi di congiunture, solo in parte fronteggiabili, per quanto possa essere nella forza e nel pensiero degli esseri umani. Senza mai dimenticare che già nell’ antichità valeva la riflessione “nemo ad impossibilia tenetur”, a nessuno può essere chiesto di fare l’impossibile. Ciò premesso, sarà bene che ognuno si concentri meglio nel suo lavoro. È meglio prevenire che curare, non si sa mai.