ROMA (ITALPRESS) – L’automobile sapiens piace agli italiani: sarà la regina del mercato. E’ quanto emerge dalla nuova ricerca dell’Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School “Dall’automobile sapiens all’automobilista sapiens. Reazioni, aspettative e timori nei confronti dell’auto della nuova specie e analisi della sua diffusione sul mercato”. La ricerca analizza la percezione dell’intelligenza
nel settore automobilistico, concentrandosi sui fattori che influenzano l’accettazione e l’intenzione di utilizzo di sistemi IA integrati nei veicoli e osserva analiticamente la diffusione del fenomeno automobile sapiens sul mercato resa evidente dal numero di veicoli definiti da software in arrivo nei prossimi anni. “La situazione che stiamo vivendo in Europa, in Italia, nel mondo, per quanto riguarda l’automotive, è molto delicata, fa parte della transizione energetica, quindi era qualcosa di assolutamente prevedibile” ha detto Michele Crisci, presidente Unrae, Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri.
“Quello che noi oggi cerchiamo di chiarire sono i passi fatti fino ad adesso e i passi necessari da fare in futuro per garantire non solamente uno sviluppo dell’automotive nel senso corretto che le norme stanno definendo, quindi andare verso la decarbonizzazione in maniera molto chiara e molto netta ma anche farlo in maniera sostenibile economicamente e socialmente cercando di ritornare come Italia ad un paese importante dell’automotive”. I risultati dello studio evidenziano una caratterizzazione numerica ben riconoscibile: più della metà di potenziali utilizzatori si vede già pronta ad entrare nell’era dell’automobile sapiens. Secondo i dati della ricerca l’intenzione di utilizzo è manifestata da parte del 55,2% degli intervistati, mentre il 67,9% ha espresso un livello di familiarità medio alto e otto su dieci, il 75,8%, hanno definito la tecnologia come altamente innovativa.
Questo, per un prodotto identificato chiaramente come rivoluzionario e ancora non disponibile nella sua interezza sul mercato, rappresenta indubbiamente un punto di partenza molto avanzato. Le resistenze sono legate al possibile alto costo di manutenzione e aggiornamento in caso di problemi tecnici o vulnerabilità informatiche con l’83,2% dell’intervistati che ha espresso preoccupazioni significative riguardo alla delega totale, dal punto di vista decisionale solo il 28% degli interpellati si è detto favorevole.
Lo studio delinea ostacoli e opportunità per integrare sistemi di intelligenza artificiale anche in altri settori ponendo al centro il ruolo attivo e consapevole dell’utilizzatore.
“La ricerca parte da una scoperta quella che stava nascendo un nuovo tipo di prodotto: l’automobile sapiens, con l’intelligenza artificiale a bordo” ha spiegato Fabio Orecchini, direttore scientifico dell’Osservatorio Auto e Mobilità Luiss Business School e Università Guglielmo Marconi.
“in questa ricerca siamo andati a capire se l’utilizzatore può essere interessato a salire a bordo di questa auto e quante ne stanno arrivando sul mercato veramente. Gli utilizzatori si sono mostrati molto più pronti di quanto pensassimo”. La crescita dell’intelligenza artificiale sta, inoltre, portando nuovi concetti e nuovi approcci nello sviluppo dei sistemi di sicurezza a bordo dell’automobile Sapiens: si prevede che il giro d’affari per i sistemi di Incabin Sensing crescerà dagli attuali 2,5 miliardi di dollari a 6-8 miliardi entro il 2030, anche sotto la spinta di standardi omologazione sempre più severi. Il World Economic Forum (WEF) afferma che la capacità di calcolo destinata all’IA a livello globale sta raddoppiando ogni cento giorni. La Semiconductor Industry Association segnala, nel suo rapporto 2024, che l’automotive è salita dal 14% al 17% del mercato dei semiconduttori negli USA ed è l’unico settore a presentare un aumento (+15% sull’anno precedente). Tutto questo con un mercato mondiale dei semiconduttori valutato in 611 miliardi di dollari, 92 miliardi dei quali riguardano i chip AI by design, ovvero il 15%.
In questo scenario altamente espansivo per l’IA, sono già undici le piattaforme lanciate sul mercato in Europa, progettate per essere alla base di modelli appartenenti alla famiglia degli SDV (Software defined vehicle – Veicoli definiti da software). Nei prossimi due anni se ne aggiungeranno almeno altre diciotto, numero destinato con ogni probabilità a crescere man mano che arriveranno ulteriori rivelazioni da parte dei marchi auto, visto che ben dodici di quelle già note sono programmate per l’arrivo su strada a brevissimo termine, entro il 2025.
Le chatbot, cioè i software in grado di dialogare in forma scritta e parlata con l’utilizzatore, sono l’espressione attualmente più riuscita, semplice e diffusa dell’Intelligenza Artificiale all’interno di tutti i processi dell’industria automotive. Sono stati analizzati trentotto marchi auto e tutti propongono un assistente vocale proprietario a bordo e permettono di utilizzare in vettura Google Assistant e Siri. Ben tredici permettono ad Alexa di accedere e comandare funzioni di bordo all’interno della stessa vettura, sei marchi utilizzano (o possono utilizzare) Alexa built-in (incorporato e delegato dal sistema), cinque Google Assistant built-in. Sono quattro le case che associano ai loro assistenti vocali un avatar e quattordici quelle che già incorporano ChatGPT.
foto: xc3/Italpress
(ITALPRESS).