Farmaci: così la terapia a mRna dimezza il colesterolo cattivo con 2 iniezioni l’anno

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In Italia fino a 1 paziente su 2 in cura con statine anti-colesterolo abbandona la terapia a 1 anno dalla prescrizione, e la stragrande maggioranza degli over 50 presenta valori molto al di sopra di quelli raccomandati, responsabili di circa 50mila morti l’anno e con una spesa sanitaria che arriva a 16 miliardi di euro per costi diretti e indiretti. Aumentare l’aderenza ai trattamenti contro il colesterolo con farmaci da assumere a intervalli sempre più lunghi, efficaci e sicuri, è dunque una sfida cruciale. Segnali positivi arrivano dai primi dati di efficacia in real-life (raccolti nel mondo reale) registrati dallo studio multicentrico italiano Cholinet sul farmaco anti-colesterolo a mRna inclisiran, disponibile nel nostro Paese da circa 2 anni. I risultati – pubblicati online sul ‘Journal of the American College of Cardiology’ (Jacc) – indicano che la terapia, con 2 sole iniezioni all’anno, permette di dimezzare i livelli di colesterolo cattivo. L’indagine è stata condotta in 31 centri italiani dal gruppo di ricerca guidato da Pasquale Perrone Filardi, presidente della Società italiana di cardiologia (Sic) e direttore della Scuola di specializzazione in Malattie dell’apparato cardiovascolare dell’Università Federico II di Napoli. Tra novembre 2022 e febbraio 2024 la ricerca ha coinvolto 659 pazienti, di età media 63 anni e in gran parte uomini, ai quali è stato somministrato inclisiran. «Dopo 3 mesi dalla prima dose del farmaco, e a seguito di una seconda somministrazione, è stata raggiunta una riduzione media del colesterolo del 51% – riferisce Perrone Filardi – permettendo di ottenere livelli di colesterolo di 50 mg/dl, al di sotto del target stabilito dalle linee guida correnti. Risultati ancora migliori sono stati inoltre raggiunti per i pazienti ad alto rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, che dopo solo 2 dosi di inclisiran sono riusciti a raggiungere nel 57% dei casi valori di colesterolo inferiori a 55 mg/dl e nel 69% livelli di Ldl al di sotto di 70 mg/dl. A 9 mesi dall’inizio dello studio, e dopo una terza dose del farmaco, la riduzione media dei valori Ldl ha raggiunto mediamente il 56% e ha nuovamente mostrato i risultati più significativi tra i pazienti ad alto rischio che nel 67% dei casi, cioè circa 2 terzi, sono riusciti a ottenere valori di colesterolo inferiori a 55 mg/ dl e nell’80% al di sotto di 70 mg/dl». «Ottimi risultati – sottolinea il presidente Sic – sono stati raggiunti nei soggetti ad alto rischio cardiovascolare che seguono una terapia combinata con statine o ezetimibe, nei quali è stata osservata una riduzione di Ldl al di sotto di 55 mg/dl, a 3 mesi, nel 71% dei casi e dell’83,2% a 9 mesi. Inoltre, l’82,3% e il 94,7% dei soggetti ha raggiunto livelli di colesterolo sotto i 70 mg/dl a 3 e 9 mesi, rispettivamente». Un dato chiave che emerge dallo studio è che «l’aderenza alla terapia ha raggiunto quasi il 100% – rimarca Perrone Filardi – spiegabile sostanzialmente con la rarità di effetti collaterali rispetto alle statine e una modalità di somministrazione meno impegnativa, con iniezioni sottocutanee semestrali anziché una pillola al giorno». «Si tratta di un fatto molto importante – commenta il numero uno della Sic – poiché una delle sfide della prevenzione cardiovascolare è proprio il raggiungimento dei livelli di colesterolo raccomandati dalle linee guida per il proprio livello di rischio. Non esistono infatti livelli di colesterolo ‘normali’ – precisa lo specialista – in quanto più è alto il livello di rischio individuale del paziente, tanto più basso deve essere il valore di colesterolo Ldl. Inclisiran ha dimostrato però di ridurre efficacemente i livelli di Ldl specialmente nei pazienti più a rischio, senza effetti collaterali significativi e con maggiore efficacia quando somministrato in combinazione alla terapia con statine».