Telefonate dalla Luna, tornei pro-doping, armi nucleari nello spazio, una banca per gli animali. Dieci trend che potrebbero caratterizzare il nuovo anno. Al di là di ogni previsione.
Elaborare previsioni sul futuro è molto complesso, ma può essere anche divertente. Specialmente quando si tratta di scenari che sembrano improbabili, ma non lo sono più di tanto. L’Economist ha dedicato come di consueto uno dei suoi ultimi numeri dell’anno all’individuazione dei trend di quello seguente. E tra questi ci sono dieci scenari che potrebbero animare il nostro 2025.
Una tempesta solare fa cadere le connessioni
Le eruzioni di plasma dalla superficie solare, conosciute anche come espulsioni di massa coronale (Cme), possono causare tempeste geomagnetiche più o meno serie, quando le particelle energetiche emesse incontrano la Terra. Oltre ad aurore insolitamente vivide (che quest’anno si sono viste fino in Sicilia). Nel massimo picco delle eruzioni (ogni 11 anni) il Sole ne sforna circa due o tre al giorno (rispetto a una settimana, quando si trova invece al minimo), e in questo periodo ci troviamo proprio nella fase più acuta.
Oltre a produrre grandiosi giochi di luce, queste tempeste possono causare seri problemi, tra cui blackout delle onde radio corte e interruzione delle reti elettriche. E in un mondo così dipendente dalla tecnologia come il nostro, il livello di rischio aumenta.
Se nel 2025 si verificasse una grande tempesta solare, il suo impatto potrebbe essere molto più grande di quelli passati (solo in America, l’Economist parla di un costo tra 0,6 e 2,6 migliaia di miliardi di dollari). E potrebbero volerci mesi per riparare i danni alle reti, ripristinare l’energia, riattivare i satelliti.
Reti telefoniche sulla Luna
È in atto una nuova corsa per ritornare sulla Luna, e restarci almeno un po’. Per questo motivo, un lander costruito dalla startup americana Intuitive Machines, proverà nel 2025 a portare con sé sul satellite una piccola stazione per la connessione 4G, realizzata da Nokia. Con la benedizione e il finanziamento della Nasa. La tecnologia (la stessa che usiamo per gli smartphone) potrebbe permettere agli astronauti che arriveranno sulla Luna di poter chiamare casa, anche da lassù.
Quando torneremo sulla Luna? La corsa al satellite (e non solo) tra Usa, Cina e Space X
Mentre si svolge la Settimana mondiale dello spazio, un punto sui programmi di Stati e privati per la conquista del cosmo. Prossimo allunaggio previsto per il 2026. Ma in molti, tra cui Elon Musk, guardano a Marte. E il turismo spaziale incombe.
Un’altra pandemia globale
I ricercatori dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ci dicono già da un po’ che nei prossimi anni potremmo affrontare una nuova pandemia. Solo che non si sa quando. Nel luglio 2024 l’Oms ha aggiornato la sua lista di “patogeni prioritari” (al momento sono 30): tra quelli aggiunti recentemente, ci sono i virus dell’influenza A, della Dengue e del vaiolo delle scimmie. L’influenza A (o aviaria) potrebbe essere particolarmente virulenta. Il ceppo “H 5 N 1clade 2.3.4.4b”, diffusosi nel 2020, ha già colpito uccelli selvatici, foche, mucche, pollame e qualche persona. Per questo motivo il virus, rilevato in tutti i continenti (compreso l’Antartide), è stato messo sotto stretta osservazione. Ed è il candidato perfetto per una prossima pandemia.
Tornei pro-doping
Mentre tutto il mondo combatte l’uso di sostanze dopanti nelle discipline sportive, c’è chi il doping lo incoraggia. Stiamo parlando degli Enhanced Games, un torneo sportivo in cui i concorrenti possono usare droghe e ausili tecnologici per ottenere un vantaggio competitivo nelle varie discipline. L’imprenditore Aron D’Souza ha cercato di far decollare il progetto per anni, ma senza successo. Ora però che si è aggiunto Peter Thiel (cofondatore di PayPal, attuale presidente di Palantir Technologies, molto vicino al vice di Trump JD Vance) la musica sta cambiando. Thiel, insieme ad altri investitori miliardari, ha stretto un accordo con la società di produzione cinematografica del regista Ridley Scott per realizzare una serie televisiva in dieci puntate sul primo torneo dei “giochi per potenziati”, che secondo D’Souza si svolgerà a metà 2025 (anche se bisogna ancora trovare la città ospitante). In molti criticano l’idea. Ma D’Souza risponde che il 44% degli atleti già si dopa, solo che lo fa in segreto. Quinti tanto vale monitorarli e farlo alla luce del sole.
Un’arma nucleare nello spazio
Il Trattato sullo spazio extra-atmosferico del 1967 proibisce le rivendicazioni territoriali sui corpi celesti e lo stazionamento di armi nucleari nello spazio. Nonostante ciò, a inizio 2024, gli Stati Uniti hanno lanciato l’allarme sullo sviluppo di un’arma spaziale da parte della Russia. Secondo fonti di intelligence, si tratterebbe di una testata nucleare che può essere fatta detonare in orbita per mettere fuori combattimento i satelliti. E che potrebbe generare migliaia di detriti.
Nel novembre 2021 la Russia aveva già distrutto un satellite sovietico in disuso utilizzando un missile ipersonico Nudol, e l’esplosione ha creato 1800 detriti spaziali, costringendo gli astronauti della Stazione spaziale internazionale (tra cui due russi) a rifugiarsi nei veicoli di salvataggio. Se il Cremlino lanciasse un’arma nucleare nello spazio il prossimo anno, sarebbe una minaccia per gli altri Paesi. E la tensione salirebbe ancora di più: non solo nello spazio.
La gig economy della natura
Gli animali possono avere i loro risparmi, e utilizzarli per aumentare le possibilità di sopravvivenza. Si tratta del “denaro interspecie”, un concetto sviluppato dall’azienda tecnologica Tehanu, che ha già avviato una sperimentazione su una famiglia di 19 gorilla di montagna in Ruanda. Il sistema di Tehanu è molto semplice: attraverso sensori e intelligenza artificiale mappa le esigenze degli animali (ad esempio, se bisogna rimuovere la trappola di un bracconiere o se un gorilla necessita di cure veterinarie). Quindi recluta una persona nelle vicinanze per svolgere questo lavoro, tramite una piattaforma di servizi online che l’azienda ha soprannominato “la gig economy della natura”, emettendo il pagamento una volta completato il compito. Trasparente, verificabile e perfetta per creare nuovi posti di lavoro.
L’obiettivo di Tehanu è dimostrare che i fondi per la conservazione della natura possono funzionare veramente. E nel 2025 spera di estendere questo schema a tutti i gorilla del Ruanda, oltre ad aiutare i pipistrelli della frutta (o volpi volanti) che si trovano in Africa centrale.
Amoc a rischio
L’Atlantic meridional overturning circulation (Amoc), sistema di correnti atlantiche fondamentale per la regolazione del clima (fa circolare l’acqua calda verso nord e l’acqua fredda verso sud), si è talmente indebolito negli ultimi anni (a causa del cambiamento climatico) che potrebbe essere vicino al collasso. Un’analisi dei ricercatori dell’Università di Copenaghen, pubblicata nel 2023, afferma che c’è una probabilità del 95% che si verifichi questo scenario tra il 2025 e il 2095, se le emissioni di gas serra proseguiranno sul trend attuale.
Amoc al “tipping point”? Confermato il collasso delle correnti atlantiche entro fine secolo
L’arresto dell’Amoc, fondamentale per la regolazione del clima, potrebbe essere più vicino del previsto, rivela un nuovo studio pubblicato su Nature. Crollo delle temperature in Europa e interruzione delle piogge tropicali tra gli effetti.
di Maddalena Binda
Altri ricercatori non sono così catastrofisti. Ma anche se non avvenisse questo collasso, gli effetti potrebbero essere molto seri. L’Europa settentrionale potrebbe diventare più fredda e secca, la temperatura dell’oceano sulla costa nord-orientale americana potrebbe aumentare ulteriormente, si potrebbe accelerare lo scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia, causando l’innalzamento del livello del mare. Insomma, meglio evitare.
Riscoprire i testi dell’antichità
Nel 2023, un gruppo di ricercatori, grazie alla combinazione di raggi X e intelligenza artificiale, è riuscito a rivelare il testo di un antico papiro carbonizzato, proveniente dalla biblioteca di una villa di Ercolano, seppellita insieme a Pompei dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Si tratta dell’opera finora sconosciuta di Filodemo, un filosofo greco vissuto nella città. Man mano che altri testi vengono scansionati con questa tecnica, l’attesa sale: si potrebbe trovare una lettera di Giulio Cesare (dato che la villa vicino a Ercolano apparteneva un tempo a un suo suocero), tragedie perdute di Sofocle o Eschilo, libri storici mancanti di Livio, poesie sconosciute di Saffo. E la prossima sorpresa potrebbe arrivare proprio nel 2025.
Rischio eruzioni vulcaniche
Restando in tema, uno dei pericoli per il prossimo anno, secondo Michael Cassidy, vulcanologo dell’Università di Birmingham, e Lara Mani, ricercatrice in Rischi ambientali a Cambridge, è una perturbazione causata da un’eruzione vulcanica di grosse proporzioni. E per cui il mondo sarebbe “tristemente impreparato”.
In un articolo pubblicato su Nature nel 2022, gli studiosi descrivevano l’eruzione di un vulcano a Tonga come “molto rischiosa”, considerandola un campanello dall’allarme per quelle future. Se si verificasse un fenomeno peggiore (come l’eruzione del 1815 sul Monte Tambora, nell’odierna Indonesia) si registrerebbe un raffreddamento del clima, una modifica della produzione alimentare, l’interruzione di aviazione, spedizioni e infrastrutture delle comunicazioni per mesi o anni.
Per questo i vulcanologi richiedono fondi per il monitoraggio del rischio (tra cui sensori e satelliti per tenere d’occhio i vulcani dall’alto) e una maggiore enfasi sulla preparazione. Per il prossimo anno gli osservatori guardano soprattutto all’Islanda, dove un’eruzione nel 2010 aveva interrotto bruscamente i viaggi aerei transatlantici per alcuni giorni. Altri si concentrano invece sulle nazioni con vulcani vicino ai centri abitati. Come Indonesia, Filippine. E Italia.
Siamo soli nell’universo?
La ricerca di vita intelligente extraterrestre (Seti) è un settore di studi che, se fino a qualche anno fa era considerato molto di nicchia, in questi ultimi tempi è salito alla ribalta.
La maggior parte degli studi Seti si basa sull’analisi di segnali radio con dati provenienti da radiotelescopi in Australia, Sud Africa e America, per individuare eventuali tracce di trasmissioni aliene. Altri approcci prevedono la ricerca di lampi laser (qualora gli alieni utilizzino la luce per comunicare a lungo raggio, piuttosto che le onde radio) o la caccia alle “sfere di Dyson” (vaste strutture a forma di guscio che gli extraterrestri potrebbero aver costruito attorno alle stelle per catturare le radiazioni). Oppure analizzano le atmosfere dei pianeti, per cercare prove di attività biologica. E, chissà, se gli studiosi trovassero qualche segno di vita nello spazio potremmo avere una notizia veramente inedita per il 2025.