Un ricercatore italiano, il professore associato Giuseppe Barca, ha guidato il team he ha vinto il “Nobel” del calcolo ad alte prestazioni, il Gordon Bell Prize, per una ricerca innovativa e trasformativa. Barca è originario di Avellino e ha studiato all’Università di Salerno.
“Il Premio – si legge in una nota – riconosce la ricerca rivoluzionaria del team dal titolo: “Breaking the Million-Electron and 1 EFLOP/s Barriers: Biomolecular-Scale Ab Initio Molecular Dynamics Using MP2 Potentials” (Superamento delle barriere di un milione di elettroni e 1 EFLOP/s: dinamiche molecolari ab initio su scala biomolecolare usando potenziali MP2)”.
Il software, continua la nota, “consentirà di sviluppare nuovi farmaci in modo più rapido ed economico, anche per malattie che finora sono state troppo difficili da trattare.
La scoperta rivoluzionaria del team nel campo dell’HPC e della chimica quantistica, annunciata a luglio 2024, consentirà agli scienziati di simulare il comportamento dei farmaci con un’accuratezza equiparabile a quella degli esperimenti fisici. Ciò significa che potranno ora osservare non solo il movimento di un farmaco, ma anche le sue proprietà meccaniche quantistiche, come la rottura e la formazione dei legami, nel corso del tempo in un sistema biologico. Ciò è fondamentale per valutare la validità del farmaco e progettare nuovi trattamenti. Utilizzando la potenza “exascale” del supercomputer Frontier presso l’Oak Ridge Leadership Computing Facility nel Tennessee, Stati Uniti, il team ha sviluppato un software in grado di prevedere con precisione il comportamento chimico e le proprietà fisiche di sistemi molecolari comprendenti fino a centinaia di migliaia di atomi. I ricercatori hanno fornito previsioni ad alta precisione del comportamento molecolare, creando un nuovo parametro di riferimento nella chimica computazionale”.