Conflittualità nel mondo, di male in peggio

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Dopo gli ultimi confronti, a dir poco opinabili per il ruolo in cui si sono disposti diversi partecipanti al G 20, si può dire, con molta probabilità di non sbagliare, che la conflittualità che sta dilagando in molte parti del mondo abbia ottenuto più sostegni che rampogne. In effetti sembra, e non è solo una sensazione, che abbia ricevuto più contributi al suo inasprirsi che non soluzioni concretabili per fare invertire a U l’asprezza degli scontri. Ancora una volta la diplomazia e la Ragion di Stato non sono state tirate in ballo. Si potranno avere tutti i consensi, meritati e non, ma se non si è in grado di far valere almeno in parte quelle presunte doti, accampate pretestuosamente, non si portano a casa risultati che possono essere in qualche modo apprezzabili. L’ episodio più recente è stato originato dal dialogo a distanza dell’ attualmente dimezzato Presidente degli USA, in procinto di liberare la poltrona dello Studio Ovale della Casa Bianca, a Washington, e chi lo ha ripreso, il neo primo cittadino che lo aveva lasciato libero solo un mandato fa. Se è vero, come sembra esserlo, che il vincitore della tornata elettorale Donald Trump abbia deciso di allontanare con un calcio i programmi del suo predecessore, le controversie sono destinate a ampliarsi ancora. Sulla validità della condotta di Biden sono stati impegnati e lo sono ancora legioni di professionisti dell’informazione e pochi hanno azzardato a pronunciarsi su un cambio di passo delle relazioni tra le due massime potenze geopolitiche sul Pianeta. La conferma è stata in parte anticipata già in questi giorni, che sono i primi dopo lo scontro a distanza tra Biden e Putin. A questo punto le varie minacce di un impiego del nucleare si stanno facendo concrete, anche se poco per volta. È questo l’inizio di quanto riportato innanzi che, coinvolgendo per alleanze o altro genere di relazioni quelle due superpotenze, tengono il mondo con il fiato sospeso. Quella di Oltrecortina, che ha dato il via alle ostilità con la millantata “‘esercitazione militare speciale”, che altro non si è rivelata se non l’invasione con la rasatura al suolo dell’Ucraina. L’ altra, quella che è oltre l’Oceano Atlantico, che fin dall’inizio delle azioni russe si è schierata con Kiev. Intanto tra il fronte nordeuropeo e quello mediorientale, se non si può parlare di guerra mondiale, certamente si può affermare che il mondo sia in guerra è già realtà. Viene così alla mente un’ espressione contadina che ben si addice allo stato dei fatti appena descritto: “gli asini litigano e a sfasciarsi sono i barili che portano sulle some”. Purtroppo nelle vicende appena descritte, a stare in groppa a quelle bestie sono esseri umani.