TESTO di Luigi Di Marco della Redazione ASviS, il cui Comitato scientifico è presieduto dal prof. Enrico Giovannini, si riferisce al sito collegato del 22 ottobre 2024
Nella seduta del 14 ottobre il Consiglio ha assunto conclusioni sulle posizioni da assumere in sede delle prossime tre conferenze delle parti (Cop) su clima, biodiversità e contrasto alla desertificazione.
Si tratta di tre atti distinti che tra loro si richiamano ribadendo il principio del mutuo sostegno e reciproco rafforzamento tra le azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, tutela e ripristino della biodiversità, contrasto alla desertificazione, nel quadro anche del raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Nel contesto, il Consiglio richiama il ruolo strategico del recente Summit sul futuro quale pietra miliare fondamentale per il sistema multilaterale e per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile.
Cop 29 della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici (Unfccc)
Nelle conclusioni sulla Cop 29 che si terrà a Baku in Azerbaijan dall’11 al 22 novembre, il Consiglio ribadisce che il livello d’ambizione deve rimanere adeguato all’obiettivo di mantenere l’innalzamento medio della temperatura terrestre entro 1,5°, sottolineando le opportunità e i co-benefici che un’ambiziosa azione per il clima porta non solo al pianeta e all’economia globale, ma anche alle persone, in termini di migliori standard di vita, salute, maggiore sicurezza idrica, sistemi alimentari sostenibili e prezzi dell’energia accessibili […] Preservando la competitività economica e promuovendo l’inclusione sociale investendo in istruzione, scienza, innovazione e posti di lavoro e competenze verdi, tutte le società possono trarre vantaggio da una transizione giusta ed equa verso un nuovo modello economico di sviluppo verde, ricordando inoltre che il costo dell’inazione supera di gran lunga il costo di percorsi di transizione ordinati e giusti.
Il Consiglio riconosce il valore delle forti richieste che provengono dalla società civile, in particolare dai giovani, per un’azione più ambiziosa per il clima, e della necessità di tenere conto dell’equità intergenerazionale e di attuare una transizione ecologica socialmente vantaggiosa che tenga conto delle esigenze delle persone.
Nel contesto sottolinea che una partecipazione pubblica significativa, l’impegno e l’accesso alle informazioni, anche per la società civile, i giovani e tutte le parti interessate, sono essenziali per promuovere la giustizia sociale, l’equità e l’inclusività nella transizione globale verso un pianeta climaticamente neutro e resiliente, ribadendo che l’Ue rimane impegnata a rispettare questi valori.
Sottolinea ancora l’importanza di un quadro politico stabile e prevedibile per fornire chiarezza agli investitori, comprese le imprese, i cittadini e i responsabili politici.
Il Consiglio chiede che i prossimi impegni degli Stati siano elevati al più alto possibile livello d’ambizione. Per i Paesi dell’Ue al 2030 evidenzia come strategica l’attuazione del pacchetto legislativo “pronti per il 55%”, e a livello globale rilancia:
- l’invito alle parti ad allineare le proprie politiche e misure con gli obiettivi stabiliti nei loro Ndcs (Nationally determined conributions – gli impegni nazionali formalizzati da parte di ciascuno Stato verso gli obiettivi climatici) in linea con l’Accordo di Parigi, constatando con preoccupazione l’incoerenza tra impegni dichiarati nelle Cop e piani nazionali;
- l’appello a triplicare la capacità di energia rinnovabile a livello globale e a raddoppiare il tasso medio annuo globale di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030;
- Ia presentazione, promozione e attuazione di piani nazionali per l’adattamento, evidenziando la complementarità con le azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici, invitando tutte le Parti a compiere maggiori sforzi per integrare l’adattamento al cambiamento climatico e la resilienza nelle politiche, nei settori, nei programmi e nelle attività pertinenti ed esistenti;
- la richiesta di eliminare il prima possibile i sussidi ai combustibili fossili che non affrontano la povertà energetica o la giusta transizione.
Parte dell’atto assunto dal Consiglio è dedicato agli impegni per la finanza per il clima in relazione all’operatività del fondo perdite e danni e alle altre misure di sostegno decise nelle precedenti Cop, come il mantenimento costante del contributo di 100 miliardi di dollari all’anno da parte dei Paesi sviluppati verso i Paesi in via di sviluppo.
Più in generale, lo stesso Consiglio lo scorso 8 ottobre ha già assunto specifiche conclusioni sulla finanza per il clima richiamando anche gli impegni del Patto sul futuro, ribandendo l’urgenza di perseguire la riforma più ampia dell’architettura finanziaria internazionale e mettendo in evidenza la necessità di compiere tutti gli sforzi necessari per indirizzare la finanza privata verso gli obiettivi climatici. In proposito è stato richiamato il report del panel intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) secondo cui i flussi finanziari pubblici e privati per i combustibili fossili sono ancora maggiori di quelli per l’adattamento e la mitigazione del clima.
Il Consiglio, dunque, sollecita tutti i finanziatori del clima a garantire che la fornitura e la mobilitazione dei finanziamenti per il clima non siano utilizzati per attività legate ai combustibili fossili, pur riconoscendo che devono essere intraprese azioni rapide per affrontare la povertà energetica, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo più vulnerabili. Invita anche le banche multilaterali di sviluppo a eliminare gradualmente i finanziamenti legati ai combustibili fossili il prima possibile come parte del loro allineamento con gli obiettivi dell’accordo di Parigi.
Per costruire le condizioni di contesto il Consiglio mette in evidenza anche il ruolo chiave della finanza a livello nazionale: ogni Paese dovrebbe creare e migliorare le condizioni abilitanti e gli ambienti di investimento per mobilitare una finanza su larga scala e catalizzare gli investimenti nell’azione per il clima. Ciò richiede un approccio di governo complessivo, integrando l’azione per il clima nelle politiche macroeconomiche e fiscali, anche attraverso la fissazione del prezzo del carbonio, la definizione del bilancio, gli investimenti pubblici e i processi di approvvigionamento, e coinvolgendo gli stakeholder economici e rafforzando il loro impegno nell’azione per il clima.
Cop 16 della Convezione sulla biodiversità (Uncbd)
Sulla Cop 16 di Cali in Colombia dal 21 ottobre al 1 novembre, il Consiglio ribadisce nelle sue conclusioni l’impegno al perseguimento del Quadro globale per la biodiversità di Kunming-Montreal (Kmgbf), che stabilisce obiettivi e traguardi ambiziosi per la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità e fornisce una tabella di marcia completa per arrestare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2030 per rimettere la natura sulla strada del recupero a beneficio delle persone e del pianeta.
Il Consiglio riconosce che l’intera società e l’economia dipendono fortemente dalla biodiversità e dai servizi ecosistemici e hanno la responsabilità di realizzare la visione e la missione del Kmgbf, accoglie con favore l’ambizione della Colombia di garantire che la Cop 16 sia una “Cop per il popolo”, riconoscendo che un approccio basato sui diritti umani, l’equità e l’uguaglianza di genere sono fondamentali per l’attuazione del Kmgbf. Sostiene dunque un approccio che coinvolga l’intero governo e l’intera società, in particolare attraverso la creazione di condizioni abilitanti e di contesti di investimento adeguati per integrare l’azione sulla biodiversità nelle politiche macroeconomiche e fiscali, compresi i processi di bilancio e d’investimento pubblico.
Per l’azione nel quadro dei Paesi dell’Ue, sottolinea l’importanza fondamentale del regolamento (Ue) 2024/1991 sul ripristino della natura, entrato in vigore il 18 agosto 2024, per tutti gli Stati membri Ue all’attuazione del Kmgbf, quale passo decisivo verso l’inversione della perdita di natura e l’aumento della resilienza dell’Europa agli effetti dei cambiamenti climatici.
Il Consiglio mette in evidenza l’importanza critica dell’integrazione della biodiversità all’interno e tra tutti i livelli di governo e della società, nonché in tutte le politiche e i settori, e invita ulteriormente a ottenere risultati significativi su questioni tematiche chiave quali il nesso biodiversità e salute, chiedendo anche l’adozione di un piano d’azione globale sulla biodiversità e la salute in linea con l’approccio One Health.
Con le altre misure, il Consiglio sostiene anche l’adozione della strategia di gestione della conoscenza per supportare l’attuazione del Kmgbf e il monitoraggio dell’impatto delle attività economiche sulla biodiversità.
Stop immediato al consumo di suolo grazie alla Nature restoration law
di Walter Vitali (Urban@it), Andrea Filpa (Uniroma3) e Rossella Muroni (Associazione Nuove Ri-generazioni) del Gruppo di Lavoro ASviS sul Goal 11
La portata di questo Regolamento non è stata compresa fino in fondo. Con l’approvazione del Piano nazionale di ripristino, i grandi comuni italiani potrebbero essere liberi dalla cementificazione selvaggia.
17 luglio 2024
Cop 16 della Convezione per il contrasto alla desertificazione (Unccd)
Sulla Cop 16 di Riyadh in Arabia Saudita dal 2 al 13 dicembre, relativa alle misure di contrasto alla desertificazione, al degrado del suolo e alla siccità (Dldd – acronimo inglese di desertification, land degradation, droughts), il Consiglio nelle sue conclusioni richiama il proprio impegno a perseguire il Target 15.3 dell’Agenda 2030 relativo alla neutralità al degrado del suolo (Ldn – acronimo inglese di Land degradation neutrality) entro il 2030, riconoscendo che la conservazione delle risorse naturali, quali terra e acqua, è fondamentale per la sicurezza umana e che la scarsità di acqua e di risorse idriche può aumentare il rischio di spostamenti forzati, instabilità, insicurezza e conflitti.
Il Consiglio sottolinea, anche per affrontare la Dldd e perseguire la Ldn, l’importanza di un approccio che coinvolga l’intera società e di una partecipazione inclusiva al processo decisionale.
Valutando la necessità di compiere azioni all’interno dell’Ue, il Consiglio esorta la Commissione a proporre un piano d’azione integrato per l’Ue di contrasto alla Dldd, che sia mirato a rafforzare la resilienza alla siccità entro il 2030. Nel contesto, sottolinea la necessità che la Commissione e gli Stati membri attuino in via prioritaria la legge sul ripristino della natura, includendo soluzioni basate sulla natura che si estendano alla gestione rigenerativa del territorio e alla gestione proattiva della siccità.
Nel contempo, il Consiglio sollecita gli Stati membri a rischio di siccità e/o scarsità d’acqua a elaborare piani nazionali di gestione della siccità integrati nelle politiche pertinenti. Nell’azione esterna, invita l’Ue e i suoi Stati membri a rafforzare la gestione rigenerativa e la governance del territorio e a continuare a promuovere partenariati e impegni internazionali nella lotta al Dldd. Specificamente, per raggiungere la Ldn entro il 2030, il Consiglio sollecita la trasformazione dei sistemi agricoli e alimentari per renderli sostenibili, resilienti alla siccità e intelligenti dal punto di vista climatico, sulla base dei 13 principi dell’agroecologia definiti dal Gruppo di esperti di alto livello sulla sicurezza alimentare e la nutrizione del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale della Fao.
Il Consiglio invita anche la Cop dell’Unccd a considerare meglio l’impatto dei sussidi dannosi per l’ambiente chiedendo d’inserire questo argomento nell’agenda della prossima Cop al fine di avviare una riflessione su come eliminare gradualmente tali sussidi e riorientarli verso pratiche di gestione del territorio più sostenibili, contribuendo così anche all’attuazione dell’obiettivo 18 del Quadro globale sulla biodiversità di Kunming-Montreal che prevede la riduzione dei sussidi dannosi per almeno 500 miliardi di dollari all’anno sviluppando nel contempo incentivi favorevoli alla biodiversità.
Altre novità dal Consiglio dell’Unione
Nella seduta del 14 ottobre il Consiglio dell’Ue ha dato il via libera definitivo a due importanti direttive, dando seguito alle negazioni assunte nella precedente legislatura del Parlamento europeo, e precisamente: la nuova direttiva sul rafforzamento degli standard per la riduzione dell’inquinamento dell’aria (vedi nostra rubrica del 2.11.2022) e quella sul miglioramento delle condizioni di lavoro per i lavoratori delle piattaforme digitali (vedi nostra rubrica del 13.12.2021).
Consiglio europeo del 17 ottobre
Il Consiglio europeo si è riunito il 17 ottobre per trattare gli argomenti sintetizzati nel documento di conclusioni. Ha confermato il suo pieno sostegno all’Ucraina, sia dal lato dei bisogni umanitari che di sostegno militare, e ha annunciato l’adozione di nuove sanzioni alla Russia nonché ulteriori misure per contrastarne l’elusione, anche attraverso Paesi terzi.
Sulla situazione in medio-oriente, il Consiglio nel documento condanna gli attacchi iraniani contro Israele del 1º ottobre e gli attacchi contro la forza interinale delle Nazioni Unite in Libano (Unifil). Esprime la massima preoccupazione per l’escalation militare in Libano e deplora il numero inaccettabile di vittime civili, richiamando ancora le donne e bambini colpiti, a Gaza e in Cisgiordania, nonché i livelli catastrofici di fame e il rischio imminente di carestia causati dall’ingresso insufficiente di aiuti a Gaza. Ricorda inoltre la necessità di dare piena attuazione alle ordinanze della Corte internazionale di giustizia. Il Consiglio europeo ribadisce il fermo impegno dell’Unione europea a favore di una pace giusta, globale e duratura basata sulla soluzione dei due Stati e il sostegno dell’Unione all’Autorità palestinese per contribuire a rispondere alle sue esigenze più pressanti e sostenere il suo programma di riforme.
Sottolineando la necessità di garantire un ordine internazionale basato su regole, il Consiglio accoglie con favore l’adozione del Patto per il futuro, inteso a rilanciare il sistema multilaterale e a rendere le Nazioni Unite pronte per il futuro.
Trattando il tema della competitività, il Consiglio europeo invita l’insieme delle istituzioni, degli Stati membri e dei portatori di interessi dell’Ue, in via prioritaria, a portare avanti i lavori, segnatamente per rispondere alle sfide individuate nelle relazioni di Enrico Letta (“Much more than a market”) e di Mario Draghi (“The future of European competitiveness”).
Richiamando ancora le prossime Cop su clima, biodiversità e lotta alla desertificazione, conferma le posizioni del Consiglio dell’Ue sollecitando un’azione ambiziosa.