I minorenni in comunità. Perché i minori finiscono nelle case famiglia? Uno sguardo sociale per capire e comprenderi (II parte)

Foto di Marisa Howenstine su Unsplash

Riprende, gentili lettori, il nostro viaggio sociale che cerca di fare luce e chiarire i dubbi e le perplessità dell’opinione pubblica sui minori e le loro famiglie problematiche. Nel nostro primo appuntamento abbiamo delineato il quadro normativo di riferimento, che è traino e cornice del lavoro degli assistenti sociali e di quanti operano nel settore sociale, che è alquanto spinoso e umanamente coinvolgente. Questo lavoro, si propone come strumento di conoscenza: una finestra sulla realtà dei minorenni privati temporaneamente dall’ambiente familiare. C’è una domanda che spesso ci si pone: “perché i minori vengono allontanati dalla loro famiglia?” Chi opera nel settore sociale sa bene che si è legati ai cambiamenti sociali, e senza dubbio un fenomeno che profondamente ha segnato le vite è stata l’emergenza covid 19. La pandemia e l’isolamento sociale hanno acuito patologie psichiche latenti e amplificato fenomeni di violenza tra le mura domestiche e ampi fenomeni di trascuratezza a danno dei minori. Questo non ha consentito interventi e servizi, ma soprattutto non ha consentito uno sguardo vigile dei servizi sociali e delle agenzie educative, una su tutte della scuola. Minori e neomaggiorenni che vivono fuori  dal contesto familiare d’origine all’interno di strutture d’accoglienza, sperimentano una condizione di particolare vulnerabilità, che necessita di costante cura, attenzione e ascolto. Gli ospiti delle comunità, seppur in un panorama di storie e vissuti diversi, condividono paure, desideri e speranze. Alcuni di loro provengono da esperienze profondamente dolorose, che generano un disorientamento che può compromettere il naturale percorso di crescita: chi subisce abusi o maltrattamenti o ne assiste nell’ambito familiare, nel quale dovrebbe esplicarsi maggiormente il diritto di protezione, deve poter riacquisire fiducia nella vita e capire di avere il diritto ad una crescita serena e felice. Per questi motivi, il tema della tutela dei minorenni assume un rilievo centrale nel panorama dei diritti delle persone di minore età e spinge a riflettere su fenomeni sociali che maturano tra le mura domestiche incidendo sulle vite dei suoi componenti, rischiando di degenerare ulteriormente con un intervento del SS fuori tempo utile. A questo punto, l’unico intervento possibile, sarebbe quello di un allontanamento con collocamento in struttura, vanificando la possibilità di un intervento preventivo e di supporto al nucleo familiare. Il contesto socio-ambientale in cui si ritrova a crescere un minore gioca un ruolo fondamentale. Città densamente abitate ma anche quartieri e ampie zone di periferia, talvolta abbandonate a sé stesse, senza luoghi di aggregazione e di ritrovo, in cui spesso il grado culturale e d’istruzione è molto basso, incide fortemente sulla crescita di un bambino. Questo lavoro nasceva, fotografando la realtà di quattro comuni dell’Agro Nocerino Sarnese, nel quale ho studiato i dati forniti dall’Istat sul grado di istruzione della popolazione, e i numeri erano alquanto preoccupanti, se si pensa che il titolo di studio della stragrande maggioranza delle persone è la licenza media. Ma un dato, ancora più rilevante, e spesso legato ad un preconcetto, che i fenomeni di trascuratezza, abuso o violenza su un minore, sia legato alla periferia o a zone maggiormente disagiate, ma non è sempre così, anzi, dai dati alla mano e dalla mia esperienza sul campo, posso affermare senza ragionevole dubbio che spesso in famiglie apparentemente “perfette”, appartenenti alla media- borghesia, si riscontrano problemi sociali ben profondi, pur vivendo in agiate condizioni economiche, abitative, e in centro città. I fenomeni sociali maggiormente crescenti riguardano il verificarsi di eventi, violenti che hanno visto coinvolti giovani e gruppi di ragazzi proveniente da varie zone dei loro luoghi di vita, a ciò si uniscono fenomeni come l’abbandono scolastico e il fallimento formativo o il diffondersi di casi di bullismo. Vi sono anche adolescenti e giovani che spesso, anche quando vanno a scuola, non hanno comunque relazioni significative e utili con la stessa, vissuta fondamentalmente come “spazio obbligato” fino al raggiungimento dell’età necessaria a liberarsi dall’obbligo scolastico. Sono ragazzi e ragazze che spesso non hanno modelli positivi nelle loro famiglie o che comunque non trovano in ambito familiare o nella cerchia di relazioni amicali e di contesto supporti utili ad affrontare i processi di crescita, anche semplicemente per quanto attiene un uso positivo e utile del tempo libero e degli spazi relazionali. Restringendo il campo, tra i fenomeni sociali sempre più crescente, che determinano un collocamento in una struttura sociale, talvolta di tutela e protezione, vi è senz’altro la violenza contro le donne, che diviene talvolta violenza assistita per i figli, circostanza che richiede un allontanamento immediato. Si denota un aumento della violenza in tutte le classi sociali, seppur un numero maggiore si riscontra in uomini con un basso grado culturale, che a volte presentano problemi di tipo psicopatologico, con sintomatologie ansiose e depressive o problematiche di organizzazione della personalità. I dati relativi ai minori in comunità ci dicono che un fenomeno crescente è anche il maltrattamento infantile, che comprende ogni forma di abuso anche sessuale oltre che patologia delle cure (trascuratezza/negligenza) e maltrattamento fisico. Tale fenomeno è difficilmente rilevabile sia per i meccanismi culturali di minimizzazione e negazione del fenomeno, sia perché si caratterizza per il verificarsi all’interno della famiglia, col forte rischio di restare inespressa e invisibile, ampliando e cronicizzando i danni sul piano fisico e psicologico delle vittime. La popolazione minorile e talvolta accompagnata dalle loro madri all’interno delle comunità sociali è un crescendo, i numeri sono ampie cifre, ma sui dati concreti e anche sulle ragioni dell’allontanamento di un minore dalla propria famiglia, ne parleremo nella prossima pubblicazione.