Governare l’Italia è diventato più complesso che mai

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Il Consiglio dei ministri di mercoledì ha varato una serie di importanti provvedimenti, soprattutto economici, con particolare riguardo alle famiglie. Il titolo di ciascuno di tali leggi e cosa le stesse andranno a regolamentare, fin da ieri è oramai noto. Un commento del tipo quattro chiacchiere a tale manovra potrebbe significare una presa d’atto con compiacimento di chiunque sia interessato a tale risultato. Ciò perché ha potuto constatare che il Governo si sta sforzando a operare come previsto nel suo programma generale. Quindi onore al merito per il fatto che la Premier Meloni sta facendo quadrare formalmente le cifre (la manovra appena votata vale 30 miliardi), ma lascia gli italiani e non solo loro, con più di una riserva sulle possibilità concrete della sua fattibilità. Certamente la più importante, cioè come e dove saranno reperite le risorse necessarie per poter passare dai propositi, tutti validi, alla loro realizzazione. Il punto delicato di tale costruzione normativa è come allontanare tale ostacolo pregiudiziale. Sarà bene a questo punto tentare di chiarire le intenzioni reali di chi legifera. Sono il pareggio di bilancio, espresso semplicemente con la comunicazione che il Paese non dovrà contrarre altro debito, né aumentare la pressione fiscale. Ciò potrebbe far pensare che alla fine è stata trovata la formula per far crescere i soldi nell’orto. È opportuno ricordare che un esperimento del genere non riuscì neanche a Pinocchio, benché fosse il protagonista di una favola. Per arrivare sempre più vicini al vulnus di quanto deliberato nelle scorse ore a Roma, basterà chiedere ai rappresentanti del popolo chi dovrà aprire materialmente il portafogli. Tutto con spostamenti contabili di fondi tra i vari dicasteri: alla fine del giro per forza uno o più di essi rimarranno con il fiammifero acceso tra le dita, cioè debitori materialmente. Né esiste nella legislazione italiana la possibilità di stampare carta moneta ad libitum come in parte avviene negli Usa.  Ritorna così impellente la risoluzione base: la produzione di beni e servizi del Paese dovrà crescere in maniera cospicua, fermo restante lo stock di capitale già esistente e in circolazione. Di qui l’importanza dell’aumento della produttività del lavoro. Peccato che chi può farlo esiti a passare dalle dichiarazioni ai fatti. Nell’ultimo Cdm sono state fatte solo dichiarazioni generiche.
Fermo restante che il mancato aumento delle tasse non sia effettivamente tale in quanto sembra essere in gestazione un’ imposta patrimoniale. Tale tipo di fiscalità è da considerarsi normale solo in tempo di guerra. Ciascuno ne tragga le conclusioni che ritiene più confacenti al caso, in attesa di azioni collaterali messe in atto dalla Ue.