Salute, terapie per il tumore al colon: un algoritmo ne predice l’efficacia

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(fonte foto Adobe Stock)

Un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Candiolo – Irccs ha messo a punto un nuovo algoritmo che permette di analizzare, in modo molto più semplice rispetto a quelli attualmente disponibili, i dati genetici dei pazienti con tumore del colon-retto, a partire da organoidi o cellule, e di selezionare coloro che potrebbero beneficiare della terapia sperimentale a base di Parp-inibitori, un trattamento già approvato e utilizzato per i tumori ovarici, del pancreas, della prostata e della mammella. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista ‘Npj Precision Oncology’. Si tratta di un algoritmo di nuova generazione che prevede il successo dei farmaci contro gli enzimi ‘officina’ che sono in grado di riparare le cellule tumorali.
“E’ stato un lavoro di squadra che ha visto la partecipazione di molti specialisti diversi, dai biologi ai bioinformatici”, afferma Sabrina Arena, group leader dell’Irccs Candiolo e docente del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino, che ha lavorato in collaborazione con Alberto Bardelli dell’Istituto Fondazione di oncologia molecolare (Ifom) e con l’ospedale Niguarda di Milano. “Il nostro team di ricerca multidisciplinare ci ha portato a perfezionare il primo algoritmo sviluppato per il tumore del colon-retto, chiamato HRDetect, fino ad arrivare alla realizzazione di un algoritmo di nuova generazione, HRDirect, che potrebbe semplificare l’identificazione dei pazienti con un tumore del colon-retto vulnerabile alla terapia sperimentale con gli inibitori di Parp, ossia l’enzima che ripara il Dna delle cellule tumorali”
Anche se testato e validato al fine di individuare i pazienti candidabili a una specifica terapia, HRDirect potrebbe contribuire in maniera significativa alla ricerca di nuovi ‘talloni d’Achille’ del tumore del colon-retto. “Il nostro nuovo algoritmo può aiutare anche ad aumentare le conoscenze genetiche di questo tipo di tumori e di verificare la presenza di ulteriori vulnerabilità potenzialmente sfruttabili anche utilizzando altri farmaci””, aggiunge Arena.