Superlunaria, all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici si presenta la rivista immaginaria

21
in foto la copertina del primo numero di Superlunaria

Lunedì 21 ottobre, alle ore 16,30, presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, si terrà la presentazione del nuovo periodico cartaceo «Superlunaria. Rivista immaginaria»: il direttore di studi dell’Iisf, Geminello Preterossi, dialogherà con il fondatore e direttore della rivista, Fabrizio Masucci, e con due dei redattori, Gabriele Busti e Vanni Trentalance. Durante l’incontro Mario Di Fonzo leggerà alcuni passi dai primi due numeri pubblicati di «Superlunaria».

Cartacea, indisciplinata, lunare: nata la scorsa primavera, «Superlunaria» è una rivista bimestrale sfacciatamente inattuale. Si direbbe anzi l’esito di una “risoluzione contro-attuale”. Essa è infatti pubblicata esclusivamente su carta e stampata a colori in grande formato (28 x 42 cm). La redazione della rivista è composta da persone che condividono il piacere e il rischio di esprimersi attraverso la parola scritta e sono legate tra loro da stima, amicizia, avventatezza e un radicale scetticismo per i codici e le etichette correnti. Da vari angoli d’Italia scrivono per «Superlunaria», oltre a Fabrizio Masucci: Gabriele Busti, Tommaso Moscardini, Francesco Scardone, Alex Tattoli, Vanni Trentalance. A partire dal terzo numero saranno ospitate altre firme. Il progetto grafico di Giovanna Grauso e le illustrazioni di Mariagrazia Catenacci caratterizzano sensibilmente l’identità della rivista, al pari della linea editoriale.

La leggerezza e la “lontananza prossima” della luna, gli entusiasmi, le delusioni e la passione per le cause perse delle riviste novecentesche, la tradizione dei lunari e degli almanacchi popolari rivisitata in chiave ironica e, su tutto, la dimensione dell’immaginario: queste varie spinte – depotenziate spesso dal disincanto, dal divertissement e dall’autoparodia – confluiscono e convivono in «Superlunaria» determinando spirito e fisionomia di una rivista che rifiuta in blocco linguaggi e formule prevalenti nella comunicazione d’oggidì e rispedisce al mittente la “fantasmagoria di simulacri” che per convenzione e pigrizia accettiamo come “realtà”.

In «Superlunaria», infatti, quasi tutto è immaginato. Nella rubrica “Lettere alla redazione”, insieme ai messaggi di persone inventate ma verosimili, sono pubblicate presunte lettere di veri autori del passato, da Leopardi a Manganelli, da Borges a Marinetti: essi scrivono per criticare o compatire la rivista e talvolta finiscono per discutere animatamente tra loro. Il gioco consiste nell’intercalare, ai testi loro attribuiti (ma d’invenzione), anche parole, frasi o versi realmente scritti da quegli autori, differenziati con il carattere corsivo. Inesistenti sono anche i titoli presentati, con tanto di copertina e dati editoriali, nella rubrica “Libri a reazione”: temi e “quarte” di queste fantomatiche pubblicazioni sono perlopiù scelti a scopo satirico, per mettere alla berlina cortocircuiti e paradossi dello spirito del tempo. Negli annunci di prossime uscite per le Edizioni Superlunari sono invece pubblicizzati libri che “avrebbero potuto esistere”, come un romanzo che Baudelaire progettò ma non scrisse (Gli ultimi uomini) o le Saturae di Ennio Flaiano, trasformato con un trapianto d’epoca nel poeta d’età augustea Septimus Ennius Flaianus. Nella rubrica “Secondo gli esperti” si possono trovare estratti da studi scientifici provenienti dal futuro. Immaginari sono anche gli inserzionisti, da Niente™ a Rane bollite SoftFrog™, per i quali sono stati realizzati da Paolo Barone anche dei “veri” spot, caricati nella sezione “Videoblog” del sito www.superlunaria.it. Persino le due pagine de «Il Licantropo», che potrebbe apparire un inserto della rivista, sono presentate come l’intrusione indesiderata in «Superlunaria» di un altro periodico, originata da una svista del tipografo: non a caso, «Il Licantropo» si distingue nettamente dalla rivista per grafica e impaginazione e propone registri e contenuti diretti e provocatori, in aperto contrasto con quelli di «Superlunaria».

Le scorribande per cieli immaginari e il gioco in apparenza fine a se stesso non intendono però essere un esercizio autoreferenziale: anche laddove la cosiddetta “realtà” – ossia il “popoloso sogno collettivo” (Borges) – sembra del tutto assente, essa è invece sottintesa o allusa; nei singoli “pezzi” fuori rubrica, che rappresentano la spina dorsale di ogni numero, la realtà è poi implicata più o meno apertamente. La dimensione “superlunare” e quella “reale”, quindi, si sfiorano, si sovrappongono, talvolta si intersecano, talaltra urtandosi producono scintille di senso o nonsenso.

Il richiamo alla luna, presente nel nome stesso della testata, non vuole pertanto evocare atmosfere poetiche, fughe nel languore o scenari da fantascienza; la luna cui guarda «Superlunaria» è piuttosto quella rintracciabile nella letteratura fantastica, che l’ha utilizzata come punto d’osservazione sulle vicende umane, vantaggioso in quanto discosto, ma prossimo. Il riferimento alla luna non è quindi una rinuncia alla funzione critica della scrittura, ma il tentativo di un faticoso recupero della dimensione della leggerezza contro il peso del mondo e della storia, secondo la lezione calviniana. La luna è anche quella dei cicli e delle stagioni, calendarizzati per secoli in almanacchi e lunari, tradizione già reinterpretata in chiave colta e divertita nel corso del Novecento (si pensi all’Almanacco del Pesce d’Oro 1960 curato da Delfini, Flaiano e Fratini): a questo filone si ispirano rubriche come il “Lunario” e “Il Cantastrofe ambientale”, che si muovono tra astrologia surreale, freddure, critica sociale, versi e versacci ai tormentoni mediatici.

«Superlunaria. Rivista immaginaria», stampata da Effegi Tipografia (Portici) su carta Arena Natural Bulk da 120 grammi, è acquistabile esclusivamente online tramite il sito www.superlunaria.it, realizzato dall’agenzia di comunicazione Arké, e non si trova in vendita su nessuna delle grandi piattaforme. Inoltre, per scelta deliberata, la rivista non ha pagine ufficiali sui social network.

Non volendo “scivolare nel ridicolo delle promesse e degli scopi”, come dichiarato nel Manifesto pubblicato sul primo numero, «Superlunaria» non s’impegna a nulla, se non a un unico vincolo: essa non degenererà in un rispettabile periodico contemporaneo. Tutti coloro che “fanno” la rivista non intendono convincere di niente nessuno, ma solo tenere compagnia a lettori spaesati – come chi scrive – e ai loro rovelli.

Di questo, ma anche di tutt’altro, il direttore e due dei redattori di «Superlunaria» discuteranno con Geminello Preterossi, il quale – oltre che direttore di studi dell’Iisf e professore di Filosofia del diritto – è a sua volta direttore editoriale de «La Fionda», rivista nata nel 2020. Nel corso della presentazione sono previste alcune letture di Mario Di Fonzo, voce dei video disponibili sul sito www.superlunaria.it nella sezione “Videoblog”.