Via alla Manovra da 30 mld. Da banche e assicurazioni un contributo di 3,5 mld. Bonus bebè di 1.000 euro

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in foto il ministro Giancarlo Giorgetti

Una Manovra da circa 30 miliardi di euro per il 2025, oltre 35 miliardi per il 2026 e più di 40 miliardi nel 2027, con interventi che nell’intenzione del governo sono volti a ridurre la pressione fiscale e a sostenere i redditi delle fasce più vulnerabili, inclusi i lavoratori dipendenti e i pensionati. Una Manovra che, alla fine, contiene anche il famoso “contributo” di banche e assicurazioni, per un totale di circa 3,5 miliardi, avallato anche da Forza Italia. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il suo vice, Maurizio Leo, hanno illustrato questa mattina la legge di bilancio varata ieri in serata dal Consiglio dei ministri e già inviata a Bruxelles per la valutazioni del caso. “Qualcuno lo chiama extraprofitto, qualcuno contributo, io lo chiamo sacrificio: spero che adesso qualcuno capisca cosa intendevo quando usavo questa parola di cui si è abusato, adesso il suo significato diventa intellegibile”, spiega Giorgetti, proprio a proposito dell’intervento su banche e assicurazioni, dopo giorni di speculazioni sul significato del termine da lui usato, ‘sacrifici per tutti’. “Oltre ai pescatori che i sacrifici già li fanno, oltre agli operai che i sacrifici già li fanno, ora li fanno le banche, le assicurazioni e i ministeri, con una riduzione media del 5% delle spese correnti delle amministrazioni dello Stato. Ma non ci fermeremo a questo, anche tutto l’universo di enti e fondazioni a vario titolo che ricevono contributi a carico dello Stato saranno chiamate a rispettare le regole elementari di buona finanza”.

Confemati taglio del cuneo e benefici per i redditi sotto i 40 mila €
Un aspetto centrale della Manovra è la proroga degli effetti della riforma fiscale, che diventano strutturali, in particolare il taglio del cuneo fiscale e l’accorpamento delle aliquote Irpef su tre scaglioni: misure sono progettate per semplificare il sistema fiscale e rendere la tassazione più equa. “Abbiamo stabilizzato le tre aliquote al 23, 28 e 43 per cento” spiega Leo. E aggiunge Giorgetti, togliendosi un altro sassolino: “Non soltanto confermiamo il taglio del cuneo, ma facciamo in modo che ci sia qualche beneficio anche per i redditi fini a 40mila euro: probabilmente ci saranno altre classi di reddito che ne beneficeranno. Nessun altro avrà situazioni peggiori, mi dispiace deludere le attese ma non ci saranno nuove tasse, con una attenzione particolare alle famiglie”. Previste anche risorse immediate per finanziare il rinnovo dei contratti nel settore pubblico per il triennio 2025-2027, riflettendo un impegno a garantire condizioni di lavoro adeguate per i dipendenti pubblici.

Le misure a sostegno delle famiglie
La Manovra include anche un pacchetto di misure a sostegno delle famiglie, come il potenziamento del bonus per la frequenza degli asili nido e l’introduzione di una “Carta per i nuovi nati” che riconosce mille euro ai genitori con un Isee sotto i 40 mila euro. Anche la soglia dei fringe benefit per i lavoratori sale a mille euro, che arrivano fino a duemila per chi ha figli. Particolare attenzione è riservata agli incentivi per l’occupazione giovanile e femminile, specialmente nel Mezzogiorno. Le imprese localizzate nelle Zone Economiche Speciali (ZES) beneficeranno di decontribuzioni, mentre sono confermati i fringe benefit per i nuovi assunti disposti a trasferirsi. Il disegno di legge conferma e potenzia le misure già in vigore, garantendo maggiore sostegno a coloro che, pur avendo raggiunto l’età pensionabile, decidono di continuare a lavorare “soprattutto per quello mansioni dove c’è difficoltà di reclutamento”. Infine, il bilancio destina risorse significative agli investimenti pubblici, assicurando che la spesa sia in linea con le nuove normative europee. Un focus particolare sarà posto sul potenziamento del settore della difesa e sull’efficientamento della spesa pubblica. Buone notizie anche per la sanità, che godrà di 3 miliardi aggiuntivi: “E’ una delle poche voci di spesa che aumenta, manteniamo invariato il rapporto con il Pil”.