Cambiano le competenze richieste dalle aziende: attenzione alle soft skill

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Negli ultimi anni si è registrato un significativo cambiamento nelle priorità delle competenze richieste dai leader aziendali. Se nel 2016 le competenze STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) erano considerate essenziali nella selezione dei candidati, oggi secondo una ricerca condotta da IBM sono classificate addirittura al 12° posto. Un vero e proprio declino che riflette una nuova consapevolezza: le competenze tecniche, seppur fondamentali, sono ora considerate un requisito di base, mentre la vera differenza nel successo delle aziende si gioca su un altro fronte, quello delle soft skill.

Le soft skill – una categoria al cui interno si collocano capacità come la gestione del tempo, la collaborazione e le competenze comunicative – sono diventate sempre più centrali per le aziende in questi ultimi anni. Non si tratta solo di abilità utili, ma di strumenti indispensabili per navigare in un mondo del lavoro sempre più complesso e interconnesso. In particolare, l’attenzione si è spostata su come migliorare la capacità delle persone di collaborare, gestire le relazioni interpersonali e mantenere alta la produttività anche in ambienti lavorativi sfidanti e mutevoli. Ma in che modo queste impattano sui risultati aziendali?

L’impatto delle soft skill sulla produttività

Le soft skill, dunque, rivestono un ruolo oggi fondamentale nelle organizzazioni, che non possono più fare a meno di persone motivate e pronte a collaborare con gli altri.

Secondo il report, in particolare, team che non riescono a lavorare in sinergia, commettendo piccoli errori come non rispettare le scadenze o non focalizzarsi sulle priorità, possono ridurre la loro produttività fino al 24%. Al contrario, team che condividono metodi di lavoro efficaci e promuovono la fiducia tra i membri ottengono una maggiore efficienza, tutto ciò per merito delle soft skill, che diventano così una leva strategica per l’esecuzione e il raggiungimento degli obiettivi aziendali.

Il peso della collaborazione nell’era digitale

Con l’aumento della digitalizzazione e del lavoro in remoto, la collaborazione, o “teaming”, è diventata una competenza di assoluta rilevanza. Rispetto a venti anni fa, le persone trascorrono infatti oltre il 50% del loro tempo lavorando in team, spesso con colleghi virtuali o internazionali.

Questa nuova dinamica richiede ambienti psicologicamente sicuri, in cui le persone possano contribuire senza timori, collaborare e condividere gli uni con gli altri obiettivi ed esperienze. Nell’era del digitale, questo aspetto è reso ancora più evidente dagli strumenti utilizzati all’interno delle stesse aziende, che mettono in contatto continuo gli individui stimolandoli allo scambio di informazioni di ogni genere.

La centralità delle competenze comunicative

In linea con quanto detto finora, una delle competenze più sottovalutate ma essenziali risulta essere la comunicazione efficace. Non è più sufficiente, infatti, avere buone idee o competenze tecniche, se non si è in grado di trasmetterle chiaramente e persuasivamente.

Una comunicazione chiara, sintetica e impattante può fare la differenza nel lavoro quotidiano, soprattutto in ambienti ad alta pressione, dove malintesi o ambiguità possono compromettere l’efficienza. Ecco perché spesso gli head hunter analizzano con grande attenzione le capacità dei candidati nell’esprimersi sia verbalmente che non, rapportandole alla loro eventuale abilità di essere presenti e attivi nel team di lavoro.

Il boom del digitale e l’evoluzione delle soft skill

L’ascesa del digitale, come evidenziato in precedenza, ha accelerato queste dinamiche, accrescendo in ottica lavorativa l’importanza delle soft skill, ma mostrando anche quanto sia fondamentale essere flessibili, attenti e collaborativi anche al di fuori dell’ambiente professionale. La trasformazione digitale ha infatti finito per rivoluzionare ogni aspetto della vita lavorativa e personale, introducendo nuove modalità di comunicazione e collaborazione. Basti pensare a un settore apparentemente lontano dalle dinamiche del mondo del lavoro, come quello dei giochi online e delle poker room digitali, dove interazione e condivisione sono diventate parti integranti della dinamica ludica, con sfide sempre più interattive e momenti di apprendimento e scambio in forum dedicati che rendono la sala un luogo non solo di gioco, ma anche di crescita.

Di conseguenza, la capacità di lavorare efficacemente in questo contesto digitalizzato è diventata fondamentale. Le soft skill, che facilitano l’adattamento e la gestione delle relazioni in un ambiente interconnesso, hanno acquisito così un valore ancora maggiore rispetto al passato.

Il mercato dà ormai per scontato che i professionisti abbiano competenze tecniche solide, ma ciò che distingue i leader e i team di successo è, insomma, la capacità di collaborare, comunicare e adattarsi a contesti mutevoli, con le soft skill che diventano il cuore della competitività aziendale. Investire nello sviluppo di queste competenze non è più un’opzione, ma una necessità strategica per garantire la crescita e la resilienza delle organizzazioni di domani.