Buchmesse: Giuli, ‘la cultura è la nostra religione universale civile’

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«La cultura è la nostra religione universale civile. Affamarla è un atto di empietà. E’ un onore essere qui come Ospiti d’onore dopo trentasei anni. È un privilegio per autori, editori ed istituzioni attraversare il palcoscenico della fiera del Libro più importante al mondo per poter raccontare la nostra cultura». Così il ministro della Cultura italiano Alessandro Giuli alla cerimonia inaugurale della Buchmesse di Francoforte 2024 di cui l’Italia è protagonista: da mercoledì a domenica 88 scrittori della delegazione ufficiale di Italia Ospite d’Onore, più altri ancora invitati dagli editori tedeschi, animeranno le sale e gli stand della prima Fiera mondiale dedicata al libro e alla compravendita dei diritti. «Questa è un’epoca in cui la diffusione dei media ci ha resi più informati e liberi ma non sempre più saggi -. aggiunge il ministro – In questo tempo la cultura rimane la più potente risorsa per la paidèia dei nostri giovani e il miglior antidoto contro gli estremismi e tutte le forme di violenza, come ricordato a settembre all’incontro del G7 a Napoli». «Se sul piano semantico, ‘cultura’ è ‘civiltà’ – sottolinea il ministro – a livello di relazioni cultura significa capire l’altro, avere un dialogo tra identità plurale ed esercitare un pensiero critico senza pregiudizi. Noi come italiani siamo eredi di un pensiero universalistico che ha sempre mirato alla centralità della persona, consentendo allo sguardo di oltrepassare i confini nazionali. Con il titolo ‘radici nel futuro’ partiamo dalle nostre radici e dalla nostra identità culturale per presentare la nostra produzione culturale contemporanea. Siamo qui per riaffermare anche l’importanza del ‘pensiero solare’, il punto d’incontro in cui la testardaggine dell’ideologia si dissolve nella luce dello spirito mediterraneo. Il tipo di luce che rende compatibili e feconde le parole giustizia e libertà”.