Milano: studio della Statale riscrive la storia della mortalità femminile negli ultimi duemila anni

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Altro che secoli bui: il Medioevo, almeno per le donne milanesi, vide un notevole miglioramento delle condizioni sociali, culturali e biologiche che si tradusse in un aumento dell’aspettativa di vita rispetto all’epoca Romana (da 36 a 40 anni). Le donne furono meno longeve e piu a rischio di morte durante le epoche romana e moderna, mentre in epoca contemporanea, per la prima volta, le donne vivono piu a lungo rispetto agli uomini. E’ uno dei risultati piu rilevanti dello studio paleoepidemiologico realizzato da un team internazionale di ricercatori, che unisce l’Università degli Studi di Milano (con le Prof.ssa Cristina Cattaneo e Beatrice del Bo) alla James Madison University (Stati Uniti d ‘America, con la Dott.ssa Samantha Yaussy), guidato dalla Dott.ssa Lucie Biehler-Gomez, ricercatrice paleopatologa presso il LABANOF – Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense della Statale. Questo studio fa parte del progetto DOMINA (Donne Milanesi Nascoste), condotto dalla stessa Lucie Biehler-Gomez, che mira alla ricostruzione della condizione femminile a Milano negli ultimi 2000 anni attraverso un approccio multidisciplinare che combina analisi paleopatologiche, bioarcheologiche e storiche. Lo studio ha preso in esame 492 scheletri della collezione osteologica di Milano per analizzare i trend di sopravvivenza e mortalita’ delle donne milanesi negli ultimi 2mila anni. La ricerca, pubblicata su Nature Scientific Reports, ha evidenziato cambiamenti significativi nella longevita’ femminile, con un notevole aumento dall’epoca romana (IV secolo dC) a quella contemporanea (XIX-XX secolo dC) , passando da 36 a 67 anni. Nel periodo moderno (XVI-XVIII secolo dC), la crescita della longevità femminile subisce uno stallo intorno ai 38 anni che non si osserva nella controparte maschile. In confronto, gli uomini mostrano un’aspettativa di vita già più alta in epoca romana (circa 44 anni), che diminuisce nel Medioevo (circa 39 anni) per poi risolversi nel periodo moderno (44 anni) e aumentare costantemente. «Questo studio mostra come la differenza di genere passa anche attraverso la longevità”, spiega Lucie Biehler-Gomez, prima autrice del paper, «si ipotizza che nella Milano romana e moderna la sopravvivenza delle donne possa essere stata inficiata da fattori culturali e sociali , la cui influenza viene invece sembra essere stata mitigata durante il Medioevo (VI-XV secolo dC)”. In particolare, lo studio considera i possibili fattori che hanno influenzato la mortalita’ femminile. La gravidanza e il parto rappresentano eventi ad alto rischio per le donne, soprattutto prima dell’avvento della medicina moderna. Durante il Medioevo a Milano, molta attenzione fu rivolta ai bisogni delle classi medie e basse, compreso il sostegno alle donne, contribuendo alla presentata del rischio di mortalità e all’aumento della longevità femminile rispetto all’epoca romana. In effetti, xenodochi (ospizi per pellegrini e forestieri) e ospedali proliferarono a Milano grazie a un’iniziativa privata, ecclesiastiche e religiose sin dall’VIII secolo. Le cronache dall’XI secolo in poi documentano numerose strutture rivolte a donne povere, pellegrine, impossibilitate ad allattare, bambini e poveri, insieme a ospedali e centri di assistenza gestiti da ordini religiosi, confraternite e corporazioni di mestieri, tanto che, alla fine del XIII secolo, Milano vantava diversi ospedali per i malati.