Il Mezzogiorno nel grande puzzle della Questione Mediterranea

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Riferendosi a fatti che si verificavano già allora, gli Autori Sacri vollero mettere in evidenza che molto di quanto veniva scartato in ogni processo, anche produttivo, poteva essere utilizzato in maniera diversa da quella per cui era stato prodotto. Provando a traslare tale affermazione nel contesto attuale, il risultato sembra indicare che un’operazione del genere abbia buone probabilità di riuscita. Nel passare dei secoli molti episodi del genere si sono alternati a quelli di ordinaria gestione e, il più delle volte, hanno fatto da tasselli di un grande puzzle, permettendo la soluzione del problema specifico. In più, agevolerebbe il rientro nella normalità di fatti di maggior importanza a essa legati. Al momento una di esse è costituita da una particolare dilatazione della Questione Meridionale a una dimensione internazionale già individuata e quindi definita a livello mondiale come Questione Mediterranea. Giusto per colore del perché tale definizione sia paragonabile a quella della pietra scartata, lo si ottiene da una breve considerazione. Il mare Mediterraneo, ancora prima di essere definito così, era identificato con la qualifica di Nostrum. Esso è stato il majeuta che ha aiutato a nascere buona parte delle civiltà dell’epoca. Non tutte valide, stabili e importanti come quelle di Atene e, non molto distante da essa, quella di Roma. Sono state, nel complesso, tutte atte a far da spalla a quelle capofila. La stesse che, successivamente, in quel mare e con i territori che gli fanno da sponda, hanno avuto una battuta di arresto. Ciò va messo tra gli incidenti di percorso vari e eventuali. Si sa che la storia non mette insieme situazioni statiche, ovvero senza una sequenza cronologica prospettica. Varie città già allora importanti, per secoli si sono alternate a organizzare la difesa di quel bacino, agendo così anche per le altre. Lo schema appena indicato significò per le altre popolazioni che vivevano in zone ancora più lontane da quel mare il vedersi riconosciuti primati e sconfitte in maniera riflessa. Su un aspetto però non si può non essere d’accordo: la disposizione con accesso sulle coste dello stesso mare di paesi di altri continenti. Aggiungendo che quasi tutti quegli stessi sono popolati da etnie diverse. Seppure con lunghi tempi di attesa per trovare un punto di coincidenza, si dimostrò un efficace amalgamatore sociale. Per lungo tempo lo stesso fece crescere soprattutto in quanto a civiltà un’area geografica considerevole. Senza considerare gli scambi commerciali che da soli meritano una nota specifica.
Cominciò già all’epoca a essere ritenuto valido l’assunto che quanto si conquista con le trattative, per le stesse quantità, è di gran lunga superiore a ciò che si porta via con le armi. Un solo commento per averne conferma: basti pensare a quante vite vengono così risparmiate e quanti beni salvati dalla distruzione. Intanto il Mediterraneo sta ritornando ai fasti accennati innanzi e il Paese a recuperare il suo ruolo di capofila al suo interno. È noto che lo stesso sta operando all’interno di quel bacino per la realizzazione del Piano Mattei. Sarà possibile averne un resoconto attendibile solo dopo il cessate i fuochi di guerra che attualmente continuano a dilagare. La storia ha dimostrato che gli spostamenti dei luoghi del potere seguono logiche che ai comuni mortali sfuggono. Al momento l’umanità è collocata in attesa. Se alla fine della stessa quella parte del mondo ritornasse a agire con un nuovo assetto ripulito e rinnovato, non sarebbe da escludere che l’umanità potrebbe restare tranquilla per un bel po’ di tempo senza guerre di alcun genere. Letto, approvato e sottoscritto, così potrebbero affermare dopo i popoli in guerra. È da approfondire solo se i relativi governi farebbero la stessa cosa.