Adozione responsabile dell’IA, ecco il documento dell’Istituto Affari Internazionali

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Mentre le autorità del G7 si preparano per il loro vertice annuale, svoltosi dal 9 all’11 ottobre a Roma, il potere trasformativo delle tecnologie di intelligenza artificiale è diventato un punto focale nelle discussioni, e i responsabili politici sono chiamati ad affrontare la sfida per trovare il giusto equilibrio tra il progresso tecnologico e la salvaguardia della privacy individuale.
In questo contesto, l’Istituto Affari Internazionali (IAI) ha pubblicato un nuovo documento di analisi, presentato ieri 9 ottobre durante una discussione a cui hanno partecipato politici, esperti e rappresentanti del settore per discutere i principi chiave e gli approcci pratici per rendere operativa la protezione della privacy, promuovere la trasparenza e stimolare l’innovazione tecnologica, sfruttando al contempo i potenti benefici sociali dell’intelligenza artificiale generativa.
All’evento hanno partecipato relatori di rilievo come Guido Scorza, componente del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali, Eleonora Faina, Direttore Generale di Anitec-Assinform, e Clarisse Girot, Responsabile dell’Unità Governance dei Dati e Privacy (DGP) dell’Ocse.
L’incontro è stato aperto e moderato dal presidente dell’Iai, l’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, che ha introdotto i temi centrali e moderato la discussione. Ha sottolineato la natura altamente trasformativa e pervasiva dell’intelligenza artificiale e i corrispondenti rischi che essa comporta per la privacy personale. “La cooperazione internazionale – ha osservato – è di fondamentale importanza, in particolare per garantire un flusso di dati sicuro e affidabile. Il lavoro svolto dal G7 nella promozione di principi e standard comuni per la protezione della privacy dovrebbe essere ulteriormente sviluppato anche in vista di accordi più ampi a livello globale. L’obiettivo è trovare il giusto equilibrio tra flussi di dati liberi e affidabili e la protezione della privacy, per sfruttare appieno i benefici trasformativi dell’intelligenza artificiale”.
“Dobbiamo trovare un modo per bilanciare il diritto all’innovazione e il diritto alla privacy, per garantire alle persone il diritto di non dover scegliere tra innovazione e privacy, e perché dobbiamo capire come sfruttare al meglio le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale e da altre innovazioni, proteggendo al contempo la privacy”, ha affermato Guido Scorza “Sono sicuro che con un approccio aperto e multi-stakeholder possiamo farcela”.
“Come settore imprenditoriale, crediamo che bilanciare l’innovazione dell’IA con robuste protezioni della privacy sia una priorità e richiederà un dialogo continuo tra tecnologi, autorità politiche e garanti della privacy” ha affermato Eleonora Faina “Crediamo fermamente che privacy e avanzamento tecnologico non siano mutuamente esclusivi. Le imprese possono contribuire a costruire un ambiente digitale e di intelligenza artificiale più affidabile a beneficio della società nel suo complesso”.
Clarisse Girot ha aggiunto che “una governance dei dati e una privacy efficace sono fondamentali per garantire sistemi di intelligenza artificiale affidabili. All’OCSE stiamo coinvolgendo attivamente sia la comunità della protezione dei dati sia quella dell’IA in un processo di apprendimento reciproco e convergenza. Nelle attuali circostanze geopolitiche, la cooperazione internazionale è sempre più importante per garantire che le persone possano beneficiare in sicurezza di tutti i vantaggi che l’IA può offrire”.
Nel documento dell’IAI, Ettore Greco osserva che la protezione della privacy è una componente chiave dell’iniziativa del G7 “Data Free Flow with Trust”, che mira a bilanciare la disponibilità dei dati con la protezione dei diritti alla privacy. Sottolinea anche che “costruire un ecosistema di intelligenza artificiale sicuro e affidabile in cui i diritti alla privacy siano adeguatamente protetti è una sfida complessa che richiede sforzi convergenti da parte di governi, organizzazioni internazionali e principali attori dell’IA”. Aggiunge che “una migliore comprensione del ciclo di vita dei dati raccolti e generati dai sistemi di IA avanzati può gettare le basi per l’adozione di misure di protezione della privacy efficaci”.
L’incontro tenutosi ieri 9 ottobre, si inserisce all’interno di un programma sulla trasformazione digitale e la regolamentazione dell’intelligenza artificiale (IA) che l’IAI sta sviluppando in qualità di co-presidente del Think7, uno dei gruppi di engagement ufficiali del G7.