Convegno dei Giovani imprenditori, Di Stefano: Africa e Mediterraneo, industrie non solo mercati di sbocco

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in foto Riccardo Di Stefano


“Dobbiamo resistere alla tentazione di guardare al Mediterraneo e all’Africa solo come fornitori o mercati di sbocco. Non è così che ci faremo scegliere rispetto a chi ha già adottato questo modello, ovvero comprando le materie prime a basso costo e rivendendo loro il prodotto, come fanno i cinesi con i pannelli fotovoltaici o con le macchine elettriche”. Lo ha detto il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Riccardo Di Stefano, in apertura del 39esimo Convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria ‘Orizzonti. Impresa e sviluppo nel Mediterraneo’. “Proprio l’Africa, che ha il 60% delle risorse solari del mondo- ha sottolineato il presidente dei Giovani di Confindustria- sfrutta solo l’1% della sua capacità fotovoltaica, oltretutto con installazioni comprate all’estero. La vedete la contraddizione? Bene, loro la vedono. Non caschiamoci anche noi”. Per Di Stefano, quindi, la priorità è “sostenere l’industrializzazione dell’Africa e del Mediterraneo”, perché “faciliterebbe anche un percorso di nearshoring di importanti filiere italiane. Per costruire tutto questo servono partenerati strategici, e il Piano Mattei può essere davvero uno strumento utile”.

Il Piano Mattei sia largamente condiviso
“Il Piano Mattei ha un ampio raggio strategico e un nuovo approccio organico, ma è necessario accelerare le fasi di implementazione. E’ un piano peraltro che va oltre questa legislatura, e per questo è importante che sia largamente condiviso” ha detto Di Stefano. “Sarà davvero valido se avrà strumenti concreti e seguirà due direttrici: la prima è la diplomazia politica ed economica, la seconda è la diplomazia industriale”, ha aggiunto Di Stefano. Sono indispensabili “partenariati strategici, e il Piano Mattei puo’ essere davvero uno strumento utile. Il Piano ha un ampio raggio strategico, e un nuovo approccio organico. Finalmente, bene”. “Al momento c’e’ l’impianto, ma e’ necessario accelerare le fasi di implementazione, dall’iter del provvedimento alla sua operativita’”, sottolinea Di Stefano. Quanto alla cabina di regia del Piano, “il suo ruolo sara’ importante, concreto, a patto che le imprese ne facciano parte in modo stabile”, visto che “ad oggi, come si diventi una ‘impresa del Piano Mattei’ non e’ chiaro”.

Rischiamo di avere un’Italia con 20 bollette diverse
“È urgente fare una riflessione proprio su questo: mentre cerchiamo di rendere l’Italia l’hub energetico del Mediterraneo, e lottiamo in Europa per avere un mercato unico con un prezzo unico dell’energia per le imprese, rischiamo di avere un’Italia con 20 bollette diverse”, ha affermato Di Stefano. “Mentre cerchiamo di evitare la concorrenza tra gli Stati membri in Europa, non possiamo permetterci di farcela in casa. Mentre cerchiamo di guadagnare competitività con misure come l’Energy release, rischiamo di vanificarla perché perdiamo lo sguardo d’insieme. Siamo perplessi e preoccupati. Bisogna mettere in sicurezza i fondamentali della competitività del nostro Paese e l’energia è un cardine della competitività”, ha aggiunto, concludendo che «in un mondo di “Golia”, noi siamo i “Davide”: cerchiamo di non sbagliare la mira tirandoci il sasso sui piedi”.