Ennery Taramelli, presenterà in anteprima assoluta ai Magazzini Fotografici “Aria di Napoli”

13

Continua domani, sabato 12 ottobre, ai Magazzini Fotografici (in via S. Giovanni in Porta – Napoli), alle ore 17.00, con un secondo importante appuntamento a ingresso libero, la kermesse “Pozzuoli Foto Fest – Incontri D’Autore/ Anteprima II edizione”, ideata e diretta da Gianni Biccari, che si avvale del patrocinio della Regione Campania e di quello della Fiaf (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche). Sarà la volta di Ennery Taramelli, storica e critica d’arte, saggista, curatrice di esposizioni nazionali e internazionali di autori della fotografia italiana dagli anni ’50, che presenterà in anteprima assoluta la sua ultima fatica dedicata al lavoro “Aria di Napoli” del fotografo Pietro Donzelli. Introdurrà l’incontro, coordinato da Luciano D’Inverno, il fotoreporter Luciano Ferrara. Donzelli nelle sue fotografie, realizzate nell’immediato dopoguerra, racconta una Napoli priva di ogni retorica come lui stesso dichiara: «Le mie foto non hanno un carattere turistico e Napoli non è stata illustrata con la retorica che purtroppo caratterizza una buona parte di coloro che si accingono a fotografarla. In poche parole, è una Napoli antiretorica, senza chitarre e mandolini». Protratto fino al 1953 il lavoro fotografico diventa un libro che Donzelli divide in nove capitoli e intitola Aria di Napoli. Pregno della suggestione letteraria del romanzo Il Ventre di Napoli di Matilde Serao e della lezione delle avanguardie fotografiche  degli anni Venti e Trenta da László Moholy-Nagy a André Kertész, Aria di Napoli racconta la vita sommersa dei quartieri bassi della kasba napoletana, il paesaggio fisico e umano dei paesini della costiera campana esclusi dai circuiti turistici, le isole dei pescatori di Ischia e di Procida, senza trascurare la storia millenaria custodita nei siti archeologici di Pompei ed Ercolano.

Le ragioni di poetica che renderanno Donzelli il capofila del Neorealismo nella fotografia italiana sono dunque le stesse che spingono registi come Rossellini, Visconti, Zavattini/De Sica, a raccontare l’Italia inedita e sconosciuta dell’immediato dopoguerra; vale a dire il credo etico di riscatto e di rigenerazione sociale e l’impegno fortemente sentito di solidarietà umana. Le fotografie di Donzelli fanno parte di importanti collezioni di molti musei internazionali, tra i quali il Folkwang Museum di Essen, lo Stadel Museum di Francoforte, la George Eastman House, il Museum of Modern Art di New York, il MAST di Bologna. Pietro Donzelli è stato uno dei protagonisti della fotografia italiana degli anni Cinquanta e Sessanta non soltanto come fotografo ma anche come curatore di mostre e pubblicista. La sua attività di fotografo ha inizio nel 1946 al ritorno dal conflitto bellico che lo segna profondamente decidendo l’allineamento della sua ricerca agli assunti etici ed estetici dei registi del Neorealismo cinematografico.