Se un fiume si ingrossa chi si trova in zona è sulla corda in attesa dell’onda di piena, la più dannosa

Gli ultimi giorni trascorsi per l’ Occidente non sono stati caratterizzati da calma e animo sereno da parte di chi si è trovato impossibilitato a allontanarsi per tempo. Costoro sono stati colpiti dalla sindrome di quanti, trovandosi nei pressi di un fiume ingrossato, sapendo che a stretto giro o arriverà l’onda di piena che andrà a confluire nella foce o l’acqua tracimerà, allagando e distruggendo tutto quanto troverà sul suo percorso, fuori dell’alveo naturale. Una situazione del genere è stata vissuta da poco, soprattutto nella Ue, dai suoi abitanti che erano convinti, non a torto, che, tra sabato, domenica e lunedì avrebbero ricevuto ” messaggi di ringraziamento” per gli “auguri” (mai) inviati di buon anniversario dell’esplosione della violenza. È riferito ai loro zelanti antagonisti, precisamente i rivoltosi che alimentano i roghi da loro stessi accesi. Non sarà tale pausa inaspettata a determinare la nuova falsariga dell’atteggiamento degli aggressori volto a sparpagliare le carte sul tavolo. Per accennare almeno a mo’ di flash quanto potrebbe salire sul palco al momento attuale, potrebbe accadere che le grandi potenze, se non tutte, buona parte di esse, decidano di prendere in mano direttamente le redini del triste convoglio. In quel caso essere preoccupati non sarebbe fuori luogo, anzi di condivisibile prudenza. E poi, bisogna riconoscere che alcune popolazioni hanno memoria lunga e ottima dimestichezza con quanto funzioni a scoppio ritardato. Con l’augurio che nel caso in oggetto quanto accennato non prenda forma.