Tanzania, missione paleoantropologica italiana: nuove scoperte nella Gola di Olduvai

13

Importanti novità scientifiche dalla missione paleoantropologica italiana in Tanzania si devono allo studio di straordinari fossili umani rinvenuti di recente nella Gola di Olduvai, pubblicati da un gruppo di ricerca internazionale con tecnologie mai applicate prima al patrimonio culturale tanzaniano.

La Gola di Olduvai è uno dei siti più iconici per lo studio dell’evoluzione umana, scrigno di scoperte sensazionali, come le due specie ominidi Paranthropus boisei e Homo habilis e un ricco record di strumenti litici.

Grazie a recenti ricognizioni, componenti della missione italiana hanno rinvenuto due denti di ominini, catalogati al Museo Nazionale di Dar es Salaam come OH 92 e OH 30B (OH sta per “Olduvai Hominid”).

Si tratta di due molari inferiori perfettamente preservati, con dimensioni decisamente maggiori di quelli degli umani attuali. Entrambi appartengono a individui non ancora adulti, come dimostrato dalla radice in formazione. La loro morfologia è molto diversa: OH 92 ha cuspidi basse e una superficie occlusale complessa e ricca di pieghe, OH 30B ha cuspidi alte e una superficie più piana. I due denti sono datati, rispettivamente, a circa 1,5 e 1,8 milioni di anni.

Grazie alla collaborazione con le istituzioni tanzaniane, è stato possibile esportare temporaneamente i due denti per sottoporli ad analisi avanzate. In particolare, essi sono stati esaminati presso la European Synchrotron Radiation Facility (ESFR) di Grenoble, un particolare tipo di acceleratore di particelle. Durante l’accelerazione sul percorso circolare del sincrotrone, le particelle subatomiche emettono energia sotto forma di fasci di luce che vengono usati per ottenere immagini micro-tomografiche. In questo modo è stato possibile ricostruire virtualmente e a risoluzioni altissime le porzioni interne dei denti e la superficie di giunzione smalto-dentina (GSD).

Mediante lo studio della GSD e al confronto con un ampio campione di denti di numerose specie ominidi estinte, si è dimostrato che entrambi i denti possono essere riferiti al genere Paranthropus. Le differenze nella morfologia esterna possono quindi essere spiegate con una variazione metamerica (i metameri sono elementi che si ripetono in fila come gli anelli di un lombrico o, appunto, i denti di un mammifero) tra OH 30B, che è un primo molare, e OH 92, che è un secondo (o terzo) molare. Questi risultati assumono un’importanza inedita per la variabilità del genere Paranthropus in Africa orientale.

Un ulteriore sorprendente risultato riguarda il dente OH 30B. Esso è stato ritrovato in un punto non lontano da dove, nel 1969, la leggendaria Mary Leakey recuperò alcuni denti e frammenti ossei attribuiti a un Paranthropus boisei denominato OH 30. Il nuovo dente rappresenta il molare destro mancante di quello stesso individuo, “sfuggito” al team dei Leakey e individuato circa 50 anni più tardi!