L’assemblea di Confindustria e quel dettaglio trascurato

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in foto Emanuele Orsini

La settimana scorsa è stata densa di importanti eventi, anche organizzati da privati, che ancora oggi non possono restare senza commenti. Anche non volendo andare fino in fondo, almeno un blitz per ora. Tra di essi svetta l’assemblea annuale di Confindustria, svoltasi giovedì a Roma nei locali della Città della Musica. La riunione è stata anche l’occasione per il debutto ufficiale tra gli associati di Emanuele Orsini, presidente di fresca nomina di quell’associazione. Un dettaglio, forse qualcosa in più, non può essere trascurato: è l’interruzione della tradizionale riunione nell’Auditorium di Viale dell’Astronomia perché non era sufficientemente ampio da contenere tutti gli invitati. Il fatto fa pensare senza indugio che il numero di aderenti a quel sodalizio sia in crescita. Non è una notizia di poco conto, stante il fatto che il Paese ha bisogno di quanti intendano darsi da fare, passando dalle parole ai fatti, soprattutto se la loro produttività è considerevole. In una realtà economica dove, accanto alla Intelligenza Artificiale, resta ancora ampio spazio perché possa esprimersi l’ Intelligenza Artigianale. È ben evidente che il sistema economico in cui si troveranno a agire, non potrà che trarne vantaggio.Tanto vale anche per altri ritorni positivi, per tutti uno, il rafforzamento delle economie di scala. Sono esse un requisito al momento, carente, in tutta la UE, in Italia di più, e costituiscono un vulnus più che limitante della crescita economica.Tale scarsità di razionalizzazione dell’efficienza della produzione fa sentire ormai da tempo i suoi effetti. Il suo indicatore annaspa nella parte bassa della scala che la misura e, alla fine, la stessa si rivela l’ indicatore più significativo dello stato di salute del sistema economico. C’è ancora altro nella relazione del Presidente Orsini che stimola l’attenzione: la più importante delle associazioni di imprenditori, quella da lui presieduta, che in Italia rappresenta da più tempo chi produce, continua a ampliarsi. Non è una notizia di poco conto, stante il fatto che il Paese ha bisogno di quanti continuino a darsi da fare, soprattutto se la loro produttività è elevata. Il sistema economico non potrà che trarne vantaggio, anche per altri ritorni positivi: per tutti basta citarne uno, il rafforzamento delle economie di scala già in atto e il crearsene di nuove. Da tempo il loro indicatore annaspa nella parte bassa della scala che la misura. In pratica rappresenta, con particolare evidenza, la produttività. È solo da qualche giorno che il Cnel, il Consiglio Nazionale dell’ Energia e del Lavoro, è stato investito dell’ incarico di farsi capofila di una commissione che rappresenterà il mondo del lavoro, per valutare sistematicamente il livello di efficienza del sistema produttivo nazionale. C’è
stato ancora dell’ altro nella relazione del Presidente Orsini che ha stimolato l’attenzione non solo al chiuso della riunione. La più importante delle associazioni che in Italia rappresentano gli imprenditori, si è data disponibile a collaborare a tutto campo con il Governo per quanto la classe imprenditoriale potrà fare.Tale dichiarazione verbale è
da considerare quella che la “promissio boni viri”, la promessa di una persona per bene, era per gli antichi romani, una “obbligatio”, un impegno preciso. Vale a dire che, pur non essendo scritta e sottoscritta, impegnava le parti, come e forse più, di un contratto tipo, con tanto di firme.in effetti ancora oggi ne sopravvive una versione, la stretta di mano che si scambiano il sensale, l’agricoltore e il cliente che ha acquistato i prodotti di quest’ultimo: per quelle stesse persone tale rituale è vincolante e senza condizioni, tranne quelle di forza maggiore. Altrettanto importante è la dichiarazione del Presidente Orsini se inquadrata nell’ attuale contesto internazionale. Il Paese ne esce bene, anche se alcune delle operazioni che sta facendo sono spot e non distematiche e, per certi versi, ardite. Vale per il tentativo di Unicredit di entrare nel capitale della tedesca Kommerzbank, importante istituto di credito tedesco.
Non sarà facile ma non è detto che l’operazione non vada in porto con soddisfazione di entrambi i partners. Non sono lontani i tempi in cui se un tedesco, preferibilmente senza braccio destro teso, diceva stentoreamente “Deutschland ùber alles”, la Germania sopra tutto (o tutti?), nessuno di quanti fossero presenti si sarebbe limitato a ascoltare senza replicare: “Tempo al tempo!”.