Storia diplomatica: gli ultimi consoli di Roma

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Quando con Augusto si esaurì il periodo repubblicano a Roma e si avviò il Principato, il potere si concentrò nelle mani del princeps, ossia di Augusto stesso; progressivamente, si ridusse il potere del Senato (anche se non formalmente), e si posero le basi di quello che più tardi sarebbe diventato il regime imperiale. Pertanto, con Augusto cambiò la natura del consolato, che esaurì progressivamente la sua funzione politica e divenne a poco a poco un titolo onorifico, prestigioso dunque, ma ormai privo di una funzione politica. Durante il lungo regno di Augusto, molti consoli infatti lasciarono l’incarico prima del termine, per permettere ad altri di reggere il fascio littorio icome consul suffectus. Quelli che erano in carica il 1º gennaio, conosciuti come consules ordinarii avevano l’onore di associare il proprio nome a quell’anno. Come risultato, circa la metà di coloro che avevano il grado di pretore potevano raggiungere anche quello di console ora non più a 40 anni, ma a 33. Talvolta, questi suffecti si ritiravano e un altro suffectus veniva nominato. Questa pratica raggiunse il suo estremo sotto Commodo, quando nel 190, venticinque persone furono nominate console. Svetonio, soffermandosi sui consolati di Augusto, racconta che: «Cinque dei consolati [di Augusto], dal sesto al decimo, durarono un anno, tutti gli altri o nove o sei o quattro o tre mesi, mentre il secondo pochissime ore. Infatti egli si sedette sulla sedia curule davanti al tempio di Giove Capitolino, al mattino delle calende di gennaio, e poco dopo si dimise quando gli venne offerto chi lo sostituisse.» Un altro cambiamento durante l’Impero fu che gli Imperatori spesso nominavano loro stessi, dei protetti o dei parenti, senza guardare all’età minima. Ad esempio, a Onorio venne conferito il titolo di console al momento della nascita. Reggere il consolato era apparentemente un tale onore che il secessionista Impero delle Gallie, ebbe la sua coppia di consoli durante la sua esistenza (260 – 274). La lista di consoli di questo Stato è incompleta, ricostruita dalle iscrizioni e dalle monete.L’antica magistratura romana sopravvisse fino a tarda epoca, anche se come semplice dignità priva di potere reale. Una delle riforme di Costantino; fu quella di assegnare uno dei consoli alla città di Roma e l’altro alla città di Costantinopoli. Quindi, quando l’Impero romano venne diviso in due, alla morte di Teodosio, l’imperatore di ognuna delle due metà acquisì il diritto di nominare uno dei consoli – anche se in alcune occasioni, per svariati motivi, uno dei due imperatori permise al suo collega di nominarli entrambi. Dopo la fine formale dell’Impero romano d’Occidente, dapprima Odoacre e poi i re ostrogoti (Teodorico e i suoi successori) ottennero dall’imperatore d’Oriente il diritto di nominare il console occidentale. Sebbene avesse perduto di fatto ogni potere politico, il console ordinario godeva di un grande prestigio e il consolato era ancora considerato come il massimo onore che l’imperatore potesse concedere a un suddito. I due consoli designati entravano in carica ancora alle calende di gennaio, con una cerimonia solenne che comportava un corteo (processus consularis) e una distribuzione di denaro alla folla (sparsio), proibita dall’imperatore Marciano ma poi reintrodotta da Giustiniano  nel 537.Questa carica decadde durante il regno di Giustiniano: prima con il console di Roma Decio Paolino  nominato nel 534 dalla regina Amalasunta alle soglie della guerra gotica , e quindi con il console di Costantinopoli, Anicio Fausto Albino Basilio, ultimo console della storia romana nel 541. In seguito il consolato venne assunto dall’imperatore come parte della propria carica, e nessun altro poteva assumerlo, tanto che, quando il generale romano Eraclio coniò monete assumendo il titolo di console, in effetti si proclamò anche imperatore, in opposizione all’imperatore allora in carica Goca. Ci sono notizie di consoli onorari anche nel VII secolo. Il 24 settembre 656, il vescovo di Cesarea in Bitinia si recò in visita da Massimo di Costantinopoli assieme ai due consoli Teodosio e Paolo.