Napoli Photo Project, la scommessa (non solo social) di Giuseppe Divaio

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 Un grande riscontro quello ottenuto dal Napoli Photo Project di Giuseppe Divaio, mostra fotografica che sarà ospitata dagli spazi dello Slash Art/  Music, in Via Vincenzo Bellini 45, fino al 12 Marzo 2016. Un’esposizione fotografica che si riappropria di una Napoli quanto mai vitale ed inedita e che  ben si accorda con il lavoro portato avanti dall’artista fino ad oggi. Giuseppe Divaio è un giovane fotografo, reporter e videomaker napoletano che,  nell’Aprile del 2013 , viene notato da Instagram tra 150 milioni di utenti. Segnalato dalla stessa piattaforma come Suggested User, è intercettato da  numerosi brand italiani ed internazionali. Il suo video Happy Scampia, che rientra nel format lanciato dall’artista statunitense Pharrel Williams, diventa  in breve virale. Gli scatti di Divaio hanno una potenza tutta contemporanea, sincera, priva di un qualsiasi filtro emotivo. Seppur di forte impatto sociale,  sono alleggeriti da un senso dell’ironia che esplode potente e si fa spazio tra i giochi di luce. Abbiamo allora chiesto a Divaio di raccontarci del Napoli  Photo Project e di quali sono le sue idee sul mondo della fotografia ai tempi della rete.

 Come nasce Napoli Photo Project e cosa lo contraddistingue dagli altri progetti fotografici?
 Napoli Photo Project nasce da un’ esigenza, quella di trovare un veicolo per raccontare qualcosa. Ha rappresentato per me quel momento di passaggio  dall’essere un fotografo “in ricerca”, all’essere un fotografo in grado di contestualizzare le sue idee.

 Come ti sei avvicinato alla fotografia e quali sono stati i tuoi maestri?
 La mia prima foto l’ho scattata ad 11 anni e, riguardandola, penso che potrebbe funzionare ancora oggi: in fondo c’è sempre stata una certa  predisposizione. Ma io sono dell’idea che non dovremmo mai bastare a noi stessi, quando invece metterci sempre in discussione, imparando dai  “grandi”. Importantissimi per me sono stati maestri come Sebastiao Salgado, per le tematiche sociali di forte impatto emotivo, e Steve McCurry da cui  ho imparato l’importanza della resa cromatica.

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 Sei un reporter che è riuscito a farsi conoscere tramite un social network e sei la  dimostrazione che un progetto concreto possa garantire dei riconoscimenti.Sì,  internet è stato fondamentale per me, una spinta fortissima. Ho aperto il mio profilo  Instagram nel 2012 e appena un anno dopo sono stato scelto come Suggested User,  cosa che si è riproposta nuovamente quest’anno.

 Possono le piattaforme online cambiare il modo si far fotografia?
 Sicuramente hanno stravolto i parametri della fotografia con un approccio straordinario  e, per alcuni versi, violento, tanto che alcuni fotografi tradizionalisti si sono mostrati  diffidenti verso i social network, almeno inizialmente. Oggi, invece, molti sono i  fotoreporter, anche celebri, che hanno il loro profilo online. 

 

 12338632 140547429645672 1291733721 nVolendo tracciare una  parabola della fotografia  in questi ultimi anni, che  conclusioni trarresti?

 Oggi tutti hanno accesso  alla fotografia e possono far  conoscere i propri scatti. Ciò  comporta un abbassamento  generalizzato della qualità,  ma allo stesso tempo fa sì  che più persone abbiamo  modo di appassionarsi a  questo straordinario canale espressivo. Il problema non è la rete, ma l’uso che se ne fa.

Per conoscere il lavoro di Giuseppe Divaio potete consultare:

https://www.instagram.com/napoliphotoproject/ e http://napoliphotoproject.com/