Alberto Nagel: ostacoli tecnici e politici frenano il consolidamento bancario in Europa

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in foto Alberto Nagel

Alberto Nagel, CEO di Mediobanca, ha recentemente discusso durante un’intervista a Bloomberg TV le ragioni che ostacolano il consolidamento bancario in Europa: barriere sia tecniche che politiche che richiedono, a giudizio del banchiere, attenzione e interventi mirati. Come evidenziato nell’articolo di The Post Internazionale, Nagel ha sottolineato che nonostante la ripresa di fusioni e acquisizioni (M&A) nel Vecchio Continente resta poco probabile che scattino aggregazioni di rilievo tra banche, né a livello nazionale né transfrontaliero.

Le barriere all’M&A tra banche: interessi locali e regole stringenti

L’amministratore delegato di Mediobanca ha evidenziato come barriere politiche e regolamentari continuino a frenare le fusioni tra banche europee. “Dobbiamo concentrarci sugli ostacoli e rimuoverli”, ha affermato, sottolineando come nonostante il rinnovato interesse delle imprese per l’M&A, che si è tradotto una crescita del 45% dei suoi volumi in Europa dall’inizio dell’anno, persiste lo scetticismo sulla possibilità di vedere realizzate operazioni di carattere strategico nel settore del credito. In particolare, Nagel ha citato il fatto che alcune banche europee sono ancora parzialmente di proprietà statale, fatto che tenderebbe comunque a far privilegiare soluzioni all’interno dello stesso mercato nazionale.
Passando agli aspetti tecnici, Nagel ha menzionato le difficoltà legate alla contabilità e alle normative sul capitale, che rendono complicate le fusioni in un contesto di tassi di interesse più elevati. Ha inoltre spiegato come il buffer di capitale previsto per le G-sib, ovvero gli istituti di importanza sistemica a livello globale, rappresenti un ulteriore ostacolo, in quanto molte banche europee non sono realmente grandi su scala mondiale e il parametro risulta essere troppo elevato. Ciò richiede, ad avviso del banchiere, una revisione dei requisiti relativi all’Additional Tier 1 (AT1, categoria di obbligazioni emesse dalle banche che sono convertibili in azioni, ndr).

L’esperienza di Mediobanca nelle grandi opa ostili bancarie in Europa

Alberto Nagel guida un istituto che in tempi recenti si è distinto come advisor nell’M&A bancario, accumulando un’esperienza di rilievo nelle offerte ostili lanciate da istituti di credito su banche concorrenti. È ai nastri di partenza l’offerta pubblica di scambio che BBVA, seconda banca spagnola, ha rivolto agli azionisti di Banco Sabadell, quarto operatore nel paese iberico, annunciando nel maggio scorso un mega deal che è stimato per un controvalore di circa 12 miliardi di euro. L’ops segue altre operazioni di primo piano come l’acquisizione totalitaria di UBI Banca da parte di Intesa Sanpaolo nel 2020 il deal transfrontaliero che ha permesso a Crédit Agricole di integrare il Credito Valtellinese.

Mediobanca ha giocato un ruolo chiave nel consolidamento bancario sia in Spagna, supportando Unicaja nella fusione con Liberbank, che in Italia, seguendo l’acquisizione di Banca Carige da parte di BPER Banca, che ha così rafforzato la sua posizione di quarta maggiore banca commerciale del Paese. Attualmente, la possibile fusione tra BBVA e Banco Sabadell è in fase di esame da parte della Banca Centrale Europea: nel caso fosse completato con successo, il deal potrebbe dare origine a una delle più grandi banche dell’eurozona, con un attivo potenziale che supera i 1.000 miliardi di dollari.