Fed, taglio del costo del dollaro: arrivano i commenti degli Esperti

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Come era prevedibile, gli Esperti di economia, quelli con la E maiuscola, hanno atteso qualche giorno prima di commentare il recente taglio del costo del dollaro. Senz’altro è stata una scelta felice che ha limitato la crescita a dismisura del groviglio di constatazioni inesatte venute fuori nella prima ora. Le loro  opinioni riguardano i possibili effetti, sia micro che macroeconomici, previsti prossimi a diventare tangibili. A innescarli, con buona attendibilità sarà stata l’ultima decisione della Fed. Tali effetti non mandano segnali di presenza solamente negli USA ma spaziano anche nel resto del mondo. Ciò accade non fosse altro che per la diffusione planetaria che in tanti anni il biglietto verde ha conquistato. Nella Penisola in modo particolare, soprattutto dallo sbarco delle truppe alleate, continuando tuttora. Basta pensare che nelle  transazioni, soprattutto quelle internazionali, il dollaro é la valuta preferita e maggiormente  adoperata. Altre riflessioni, importanti almeno quanto quelle innanzi accennate, stanno venendo fuori dalle comunicazioni dei Governatori dei singoli istituti centrali dei vari paesi che sono in qualche modo coinvolti negli effetti del ribasso del costo del dollaro. Certo da parte dell’ informazione non è riservata a esse la stessa visibilità di quella conferita al fotoromanzo a puntate che riporta la presunta tempesta d’amore tra il Ministro della Cultura e Miss Colgate. Ancora oggi, a un mese dal suo inizio, il prosieguo di quello stesso romanzo rosa è proposto dai vari strumenti di comunicazione come uno scoop. L’augurio è che non diventi una serie pluriennale come ne esistono già troppe. Tra quei Signori delle valute figura, come d’abitudine, il rappresentante italiano, Fabio Panetta, l’ inquilino n°1 di Palazzo Koch. Lo stesso che, mercoledì ultimo scorso a Catania, intervenendo alla prima tappa del seminario itinerante organizzato dall’Istituto di Emissione da lui governato, programmato per recarsi anche in altre città, ha avuto tra i temi in discussione la vexata quaestio del divario tra il Meridione e il resto del Paese.Tra le altre informazioni, il Governatore ha potuto comunicare agli intervenuti la carrellata di ipotesi, alcune di esse positive, intraviste all’ orizzonte dello stesso e non solo di esso. In più, da quel palco, ha dato notizia che il Sud Italia, dalla fine della pandemia, sta guadagnando terreno più velocemente del resto del Bel Paese. Quello sguardo d’insieme, si desume, è stato orientato non solo dai probabili effetti che genererà il calo del tasso del biglietto verde, quanto anche da ciò che sta bollendo in pentola a Roma e a Bruxelles.Tra i vari casi concreti individuati in collaborazione con l’Ufficio Studi della Banca che lui stesso governa, Panetta ha messo in particolare evidenza la necessità di dare precedenza assoluta alla completa e corretta esecuzione del PNRR, allo stato unico motore immobile di un nuovo piano di sviluppo italiano a esso collegato. Lo stesso Governatore ha dichiarato anche che, purchè quel piano venga eseguito nel migliore dei modi, il Governo non deve escludere di dover chiedere all’UE termine più lungo per completare l’esecuzione delle opere previste, per consentire che esse siano eseguite a regola d’arte. Di seguito l’ipotesi di come possa salire sul palcoscenico tricolore l’ ultima manovra della Fed. Anche nei pressi di Washington, dopo l’ultima riunione, la Fed, per essa il Presidente Powell, ha fatto sapere che non è da escludere che l’istituto che presiede, entro la fine dell’anno, vari un secondo intervento sui tassi identico al primo. Se la Presidente della Bce Ursula Von der Leyen non anticiperà e di molto i tempi previsti per la riduzione del costo dell’euro e non ci andrà con mano  pesante, correrà il rischio concreto che quella moneta si ridimensioni, fino a raggiungere i confini del mercato, con il rischio concreto di uscirne. É credibile fin d’ora che un solo taglio del tasso dell’euro entro fine anno non sarà sufficiente, per cui
a Francoforte devono iniziare fin d’ora a prepararsi a metterne in cantiere uno quanto più possibile simile a quello del dollaro. Sommando a quanto accennato la problematica che era già presente in Italia, non ci vorrà molto a mettere a fuoco che il prossimo trimestre, quarto e ultimo dell’anno, per gli italiani e chi li governa non sarà una passeggiata rilassante. Tanto fino a oggi, non escludendo che nei prossimi tre mesi si presentino altri fenomeni che potrebbero inficiare quanto riportato fin qui.