Codacons, niente ferie per 27 milioni italiani, pesa caro-prezzi

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Il 45% degli italiani, circa 27 milioni di cittadini, non si è concesso tra giugno e settembre una vacanza, e per la metà di questi il ​​caro-prezzi nel settore turistico è la causa di rinuncia alle partenze. Lo afferma il Codacons, commentando i dati di Demoskopika sull’inflazione turistica. Nel 2019 la percentuale di chi rinunciava alle vacanze estive si attestava al 39%, oggi raggiunge il 45% – analizza il Codacons – Questo significa che rispetto al periodo pre-Covid è aumentato di 3,6 milioni il numero di italiani che non si concedono una villeggiatura. Alla base di tale trend negativo il caro-prezzi che ha colpito il comparto turistico, confermato oggi anche dalla ricerca di Demoskopika: non a caso più di un cittadino su due, il 55% di chi non parte, motiva tale decisione con l’impossibilità di affrontare le spese legate ad una vacanza. Ed effettivamente a parità di notti fuori casa e di beni e servizi acquistati, la spesa pro-capite di chi va in vacanza tra giugno e settembre (tra viaggio, alloggi, cibo e servizi vari) è salita in 5 anni del 26,3% , passando da una media di 950 euro del 2019 ai circa 1.200 euro del 2024, con un incremento di circa 250 euro a persona – stima il Codacons. «Tutti i numeri sul turismo confermano purtroppo i nostri allarmi circa la stangata che ha colpito le vacanze estive degli italiani – afferma il presidente Carlo Rienzi – Rincari del tutto ingiustificati dovuti unicamente alla ripresa del turismo nel nostro Paese e alla crescita delle presenze di visitatori stranieri , che hanno portato gli operatori del settore a ritoccare al rialzo i listini».