Alì Babà e i suoi uomini sono ritornati sulla scena

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Foto di chiplanay da Pixabay

Di sicuro molte persone di una certa età ricordano una “leggenda intercontinentale” che circolò negli ultimi anni del secolo scorso. Era il momento…d’oro delle cosiddette “tigri orientali”, cioè dei paesi che, dal punto di vista economico, facevano da teste di ariete nella competizione mondiale. Prima tra tutte era la Cina, appena assurta a capofila dei paesi del Sud Est asiatico, Taiwan, Hong Kong soprattutto, seguiti a ruota dalla Corea del Sud. Non molto tempo dopo si sarebbe accodata l’India. Narrava quella leggenda che, la Cina principalmente, dopo le varie riforme attuate – si legga l’allentamento dei freni
che tenevano la popolazione in condizioni di schiavitù o poco meno – offrì agli USA qualche spiraglio di dialogo.
Da quel momento Pechino iniziò la sua scalata verso la posizione di cliente primario di Washington per l’acquisto del suo debito pubblico. La mossa che avrebbe consentito al governo cinese di affermare il suo primato, sarebbe stata quella di aver ottenuto da Washington che il pagamento degli interessi sarebbe dovuto avvenire in lingotti d’oro. I protagonisti non hanno mai dato conferma ufficiale né smentita di quanto appena scritto. Accade ora che, tra le ombre di una particolare attività di relazione tra paesi, quelle che dagli scrittori di romanzi gialli vengono indicate come “zone grigie”, si hanno alcune conferme di rapporti commerciali che sarebbero dovuti essere considerati come “episodi mai accaduti”, come usa classificare tale genere di buchi neri il linguaggio degli addetti ai lavori negli USA. In buona sostanza si sarebbe trattato dell’acquisto di oro, in lingotti soprattutto, non annotato del tutto o quanto meno in maniera poco chiara, nei libri dei conti dei paesi coinvolti. Per qualificare con caratteri lapidei operazioni del genere basta aggiungere che, se non si vuole definirli in nero, basta non scendere al di sotto delle note dell’ antracite. Gli specialisti di indagini su tali tipi di operazioni hanno ricavato, in via indiretta, che tutto l’Oriente, dal presentarsi della pandemia, ha iniziato a comprare quel metallo per lo più dalla Svizzera. Pertanto è più che probabile che dati certi non potranno essere ricostruiti, essendo quella Confederazione fuori della UE e, situazione arcinota, è custode irreprensibile del segreto bancario. L’attività di acquisto di metallo giallo, principalmente dalla Svizzera, di clienti asiatici, principalmente governi, da qualche anno è in netto rialzo a prescindere dalle condizioni del mercato. Con molta probabilità tale comportamento è dettato da atteggiamenti riconducibili tutti a regole di prudenza, che talvolta viene usata senza…risparmio. Le contraddizioni di quelle parti del mondo hanno fatto da sempre da terreno di coltura della differenza con l’Occidente. È difficile da credere che proprio in questa parentesi della storia qualcosa possa cambiare.