Energia, Aie: alzare spese transizione da 2.000 a 5.000 mld l’anno

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Roma, 16 set. (askanews) – Per assicurare una transizione energetica ordinata, a livello globale le spese su questo versante dovranno salire dagli attuali circa 2.000 miliardi di dollari l’anno a quota 5.000 miliardi di dollari l’anno per l’inizio del prossimo decennio. Lo ha sostenuto la vicedirettrice esecutiva della Agenzia internazionale per l’energia (Aie), Mary Burce Warlick nel suo intervento alla conferenza di G7 e Aie, organizzata a Roma presso la sede della Banca d’Italia.

“Assicurare una transizione energetica ordinata è cruciale per il mondo e per l’Europa. Stiamo appena uscendo da turbolenze nei mercati dell’energia, che sono stati intensificati dalla guerra in Russia in Ucraina e il mondo si è dimostrato incredibilmente resiliente a questi shock, specialmente nel continuare robusti investimenti su energie pulite. Ma la questione che fronteggiamo ora – ha detto – è come muoversi ulteriormente, salvaguardando la crescita della produzione energetica e la sicurezza”.

“Sappiamo tutti che assicurare una transizione ordinata è un imperativo della società intera. Dobbiamo assumere una strategia di lungo termine e questo richiede chiari segnali dalle politiche e collaborazione tra governi, banche centrali, industria e società civile. Bisogna allineare le politiche per gli obiettivi della Cop e aggiustare continuamente le nostre strategie in modo da assicurare che evitiamo shock distruttivi”, ha proseguito.

“All’Aie abbiamo approntato strategie per una tabella di marcia. La condizione primaria è aumentare gli investimenti dell’energia pulita, mostriamo che oggi il mondo investe 2.000 miliardi di dollari l’anno sull’energia pulite ma all’inizio degli anni 30 dovranno raggiungere 5000 miliardi”, ha affermato l’esponente dell’agenzia.

Bisogna puntare su “solare, eolico e idroelettrico e al tempo stesso intensificare l’elettrificazione. Dobbiamo investire massicciamente sulle reti di elettrificazione. I miglioramenti delle tecnologie – ha asserito – ci aiuteranno elettrificare i settori che tradizionalmente sono stati difficili da elettrificare, come i trasporti pesanti e l’industria”.

“Non possiamo poi ignorare gli aspetti della economicità e dell’equità. La buona notizia è che il sistema basato sull’energia pulita porta guadagni oltre ai benefici ambientali”, posto che per vederli “bisogna considerare tutti i costi. Molte delle soluzioni sono conosciute – ha concluso Warlick – e politiche ben designate possono dare i segnali di cui abbiamo bisogno per accelerare la velocità e la portata di una transizione energetica tempestiva”.