Fed e Bce, l’ora della verità si avvicina

33
in. foto Jerome Powell, Federal Reserve

La prima settimana di settembre è passata a piè sospinto. È sembrata essere quella dei buoni propositi, quando tutti, ritemprati dalle vacanze, hanno informato tutti delle loro buone intenzioni da concretare entro fine anno. Al contrario, almeno sino a ieri, primo giorno della settimana, a parte le dichiarazioni di intento venute fuori dall’incontro di Villa d’Este, altro risultato tangibile non sembra essere stato ottenuto. Poco meno che superfluo è aggiungere che il responso più atteso da imprenditori e finanzieri è quello che a metà mese darà Jerome Powell, Presidente della Fed. Esso sarà seguito a stretto giro da quello della Presidente Lagarde della BCE. L’attesa degli interessati per il contenuto di quelle decisioni dovrebbe ormai essere confermata in positivo, nel senso che i tassi sia del Dollaro che dell’ Euro scenderanno. Resta al centro del dibattito quanto sarà consistente quella riduzione. Per rendere accessibile al meglio la annunciata decisione di metá mese, quindi oramai ad oras, bisognerà far finta di credere che essa sarà stata il risultato di un prudente tentennamento, definito più diplomaticamente attesa, protrattasi ormai da diversi mesi. Hic Rhodus, hic saltus è l’atteggiamento con cui quel responso sarà accolto dai diretti interessati. Esposto ancora più chiaramente, il concetto vale: di quanto, espresso con i numeri o con le lettere, nell’ordine delle frazioni di punto, scenderà prima il costo del dollaro, a seguirlo da vicino quello dell’ euro. I soliti ben informati, tra i quali anche una improbabile nuova categoria, quella degli “analisti delle elaborazioni di decisioni” dei personaggi sotto osservazione. Gli stessi trarrebbero, forse il solo verbo al condizionale non basta a rendere la cervelloticitá di una attività del genere, riferiscono che entrambi i numero 1 delle due banche centrali sarebbero orientati a un taglio di 0,25%. Credere che quanti interessati alla portata di quel dato resteranno soddisfatti equivale a pensare che si possa dissetare uno che si è perso nel deserto con un bicchiere d’acqua. Si impone quindi una distinzione netta tra chi è in attesa della conferma di quel dato per effettuare transazioni esclusivamente finanziarie e chi sta aspettando per investire in beni reali. Non sono molti i punti di vista coincidenti delle due categorie di business man. Al di là di tutto, c’è che quella piccola opera di cesello verrà fuori in un momento in cui tanti fenomeni eco nomici, occidentali e non, sono già a regime. I vari costi, comuni a molti dei sistemi economici operanti in mercati aperti e concorrenziali, si sono di massima aggiornati almeno a tutto l’autunno.La domanda che nasce spontanea é che il tempo restante fino alla fine dell’anno comincia a essere sempre più limitato e, se è vero che I provvedimenti di politica monetaria danno il meglio di sé nel breve periodo, c’è comunque un limite a ogni cosa. Ciò che deve preoccupare ancor più gli operatori di ogni genere è che il mondo intero sta andando incontro a tante prove importanti, prima tra tutte il rinnovo della carica del Presidente degli USA. Così come stanno le cose, a completare il quadro manca solo una Guerra tra Mondi. Peccato che non sia a portata di mano chi possa rimpiazzare degnamente Orson Welles.