Fondazione Con il Sud, 4 mln per promuovere l’economia circolare nel Mezzogiorno

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in foto Stefano Consiglio

Pubblicato sul sito della Fondazione Con il Sud il nuovo bando per l’economia circolare al Sud. A disposizione 4 milioni di euro per sostenere progetti in grado di sviluppare strategie di economia circolare che considerino una o più fasi del ciclo di vita del prodotto: prima dell’uso (rifiuta, ripensa, riduci), durante l’uso (conserva, riusa, condividi, ripara, rigenera) e successivamente all’uso (ricicla e restituisci agli ecosistemi). Il bando si rivolge alle organizzazioni di terzo settore di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. Saranno valorizzati i progetti in grado di promuovere strategie integrate, assicurando la salvaguardia della biodiversità, l’equilibrio degli ecosistemi e l’adattamento al cambiamento climatico, puntando anche sulla sensibilizzazione delle comunità sul tema. I progetti dovranno, infatti, impegnarsi anche nella diffusione della cultura della circolarità, al fine di responsabilizzare i cittadini riguardo all’impatto delle loro scelte di consumo.
L’estrazione delle risorse naturali è triplicata negli ultimi 50 anni e, entro il 2060, si prevede un ulteriore aumento del 60% rispetto ai livelli del 2020[1]. Un incremento che causerebbe un impatto ambientale senza precedenti sulla perdita della biodiversità, sui livelli di inquinamento e, in generale, sull’equilibrio degli ecosistemi. Questo trend dipende prevalentemente dalle abitudini di consumo a cui tutti contribuiamo. Per rifondare la società su basi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, occorrerebbe attuare la transizione da un modello di economia lineare, basato sulla logica dell’”usa e getta” e sullo sfruttamento dei combustibili fossili, ad un modello di economia circolare, ispirato ai cicli naturali.

“La Fondazione ha declinato in diversi modi il suo impegno per la tutela ambientale nei suoi anni di attività – ha dichiarato Stefano Consiglio, Presidente della Fondazione Con Il Sud -. Questa volta vuole farlo puntando sull’economia circolare, fondamentale non solo dal punto di vita ambientale, ma anche dei benefici sociali. Cambiare le proprie abitudini, saper produrre secondo criteri sostenibili, saper scegliere, saper consumare, saper “rigenerare” sono certamente potenti strumenti che possono fare la differenza, e tutti abbiamo il dovere di fare la nostra parte. Tenendo in conto che anche i vantaggi sociali non possono essere tralasciati: opportunità di lavoro anche per persone in difficoltà; redistribuzione della ricchezza; accesso a beni e servizi essenziali a prezzi più accessibili; recupero, in chiave innovativa, del prezioso e diffuso patrimonio di saperi e pratiche tradizionali presente al Sud”.

Considerata la stretta connessione tra sviluppo sostenibile e sviluppo sociale, gli interventi dovranno attivare processi partecipativi volti a ridurre le diseguaglianze e a favorire l’inclusione socio-lavorativa e la coesione comunitaria, rafforzando lo scambio tra terzo settore, imprese for profit e enti pubblici, anche in un’ottica di integrazione con le politiche pubbliche territoriali e nazionali.
Saranno particolarmente apprezzate proposte che intervengano nelle aree interne del Sud, dove l’economia circolare potrebbe rappresentare un’occasione di sviluppo, rivitalizzazione e coesione sociale.
Il bando si rivolge a partenariati composti da almeno 2 organizzazioni di terzo settore e un terzo ente, anche appartenente al pubblico o profit. Possono far parte della rete istituzioni locali, scuole, enti di ricerca, università, consorzi privati e imprese appartenenti al tessuto imprenditoriale locale e nazionale.
L’iniziativa si articola in due fasi: la prima finalizzata alla selezione delle proposte con maggiore potenziale impatto sul territorio di intervento e la seconda di accompagnamento nella progettazione esecutiva, volta ad arricchire la proposta e a chiarire eventuali aspetti critici rilevati nella valutazione iniziale.
Il bando, pubblicato sul sito www.fondazioneconilsud.itscade il 29 novembre 2024 e prevede la presentazione delle proposte esclusivamente online tramite la piattaforma Chàiros.
Ogni anno vengono prodotte 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili (5,8 milioni di tonnellate nella sola Unione europea, ovvero 11 kg a persona)[2] la stragrande maggioranza delle quali finisce in discarica, e il 30% del cibo che produciamo viene sprecato (ovvero circa 1,3 miliardi di tonnellate)[3]. Complessivamente la realizzazione dei prodotti di uso quotidiano e la gestione del suolo sono responsabili del 45% delle emissioni di gas serra, mentre il settore energetico è responsabile del restante 55%.
In Italia, il tasso di utilizzo circolare dei materiali è più alto della media dell’Unione europea (al 18,4% nel 2020, rispetto ad una media UE dell’11,7%) grazie agli elevati tassi di raccolta differenziata e di riciclo sul totale dei rifiuti prodotti (al 72% nel 2020, rispetto ad una media UE del 53%)[4]. Il dato sull’utilizzo circolare dei materiali resta comunque distante dal target del 30% previsto dal Piano nazionale di transizione ecologica del 2021. Non ci sono differenze significative tra Centro-Nord e Sud in termini di quantità di rifiuti urbani prodotti per abitante o in termini di raccolta differenziata, ma il Sud presenta dei ritardi strutturali in termini di infrastrutture e investimenti, oltre ad abitudini di consumo ancora molto legate al tema del possesso (es. di veicoli, strumenti di lavoro) e ad una preferenza del nuovo sull’usato.