“Romanzo Ministeriale”, un copione già visto

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Fin dalla notte dei tempi quel tipo di copione è stato adattato e messo in scena di volta in volta dai governanti di turno. Romanzo Ministeriale, questo è il titolo scritto a quattro mani dall’ex Ministro della Cultura Sangiuliano e dalla Signora Boccia, è quasi pronto per essere messo in vendita nelle edicole e nelle librerie. L’ eco della questione è ancora avvertibile in modo più che chiaro. Più che di un gossip sarebbe opportuno definirlo un “inciucio” alla napoletana maniera. Non suonerebbe male se, durante la sua presentazione, fosse accompagnato da un commento musicale del genere “Tammurriata nera”. Tanto giusto per inquadrare come merita la sostanza dell’ accaduto. Probabilmente, come presentazione, quanto scritto fin qui suonerà fin troppo immediato, ma la vicenda viaggia pressappoco su questa lunghezza d’onda. Quello che segue ha la pretesa di essere la voce fuori campo, quella che si ascolta quando i riflettori puntati sull’ evento sono stati abbassati per buona parte della loro potenza. Al contrario, tutti i mezzi dell’informazione si sono scatenati intorno ai due presunti “fidanzati”, giocando d’anticipo e colorando a modo loro la vicenda. Hanno dato così colpi ai fianchi persino ai rotocalchi. Quindi la prima conclusione è che, agli inizi del terzo millennio, facciano ancora colpo su buona parte degli italiani i “fotoromanzi” raffrontabili (?) a quelli che fecero sognare gli italiani e,soprattutto le italiane all’epoca del boom economico.In quell’epoca e con lo stesso tenore era riproposta alla larga anche la storia tra Antonio e Cleopatra. “Cherchez la femme”, iniziarono a dire i Francesi ai tempi de la Belle Epoque, non sconfessando in seguito mai quell’affermazione.

In campagna, in circostanze del genere, gli agricoltori fanno ricorso al caso del fuoco e della paglia. Se messi vicino, la paglia finisce con l’ardere  inevitabilmente. Questi finora accennati sono episodi che  possono essere interpretati addirittura con sceneggiate di infimo livello. Le stesse non rendono ragione, soprattutto in questo momento, al Paese, soprattutto nel confronto con i suoi interlocutori stranieri, a qualsiasi categoria essi appartengano. In tal modo l’esecutivo esce dalla vicenda depauperato di un ministro, bene o male rodato, e “arricchito” dall’ aggirarsi nei luoghi a esso riservati per i lavori dall’ennesimo personaggio, solo per caso di genere femminile. Essa appartiene a una categoria particolare di quei “frequentatori”. È quella che, in prossimità del Vesuvio, è definita dagli indigeni degli “strascinafazzenn”, mentre sul Dizionario Garzanti é meglio illustrata come del “faccendiere”. É questa una categoria che vorrebbe essere una versione Italiana dei lobbisti, che sono accuratamente descritti nella cultura anglosassone. Quanto è successo è destinato a attirare l’attenzione ancora per un tempo consistente, se è vero com’è vero che ieri i quotidiani nazionali “sbattevano” ancora la vicenda sulle loro prime pagine. Passi che doverosamente i mezzi dell’ informazione che ieri, subito dopo le dimissioni di Sangiuliano, hanno informato che si è insediato in sua vece Alessandro Giuli. Ancora una volta l’Italia e l’Europa stanno a guardare. Con essi non è escluso che provino a fare altrettanto anche gli abitanti di altre parti del mondo. Se per divertirsi o per altri motivi, non è dato sapere.