Ex Ilva, le imprese dell’indotto chiedono un nuovo Piano Industriale

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L’associazione dell’indotto delle grandi industrie della provincia di Taranto (Aigi) esprime, attraverso una nota, “soddisfazione per quanto fatto sinora dal ministro Urso sul fronte dell’ex Ilva e per quanto restituito, con azione concrete e quotidiane, dai referenti della gestione commissariale. Ma sottolinea la necessità, adesso, di “completare l’opera”.

Quote allo Stato
“Il nuovo bando di assegnazione a soggetti privati, eventualmente interessati a rilevare l’ex Ilva – prosegue l’Aigi – deve prevedere requisiti tali che scongiurino il reiterarsi della storia recente. Basta caldeggiare soluzioni pasticciate, inadeguate, rivelatesi alla fine peggiori del problema stesso, come quelle andate in scena con la gestione dei franco-indiani di Arcelor Mittal. Lo Stato, chiunque dovesse essere il nuovo acquirente della fabbrica, conservi quote azionarie di minoranza che possano fungere da garanzia – e clausola sociale – per l’area jonica, le sue imprese, la totalità dei lavoratori impegnati, sia quelli diretti che indiretti”.

E’ l’ora della svolta
“Per raggiungere questi obiettivi, per segnare una svolta reale e non di mera facciata – continua l’Aigi -, bisogna dotarsi di un Piano Industriale degno di questo nome. E in grado di raccogliere le sfide lanciate dalla modernità al tempo presente. Capace, altresì, di coniugare il fabbisogno di acciaio in Italia, che quest’anno fa già registrare con i suoi 24,4 milioni di tonnellate sin qui prodotti un balzo in avanti del 4,8 per cento rispetto al 2023, per un fatturato complessivo pari a 60 miliardi di euro, con la sostenibilità ambientale e la sicurezza sui luoghi di lavoro”. “La siderurgia italiana, tra l’altro, si classifica al primo posto in Europa per livello di decarbonizzazione e circolarità. Lo stabilisce il Rapporto 2023 di Sostenibilità redatto da Federacciai che, giunto alla quinta edizione, mostra come il nostro Paese sia ormai il primo mercato UE per produzione di acciaio da forno elettrico e primo Paese del G7 in termini di produzione pro-capite di acciaio da forno elettrico. Primati che dichiarano come efficienza, digitalizzazione, ambiente, salute e sicurezza muovano gli investimenti siderurgici.