La drammatica estate 2024 tra incendi e incubo Solfatara

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in foto la zona della Solfatara

Riproponiamo l’articolo di Ermanno Corsi apparso sul Roma di martedì 28 agosto novembre all’interno della rubrica Spigolature

di Ermanno Corsi

Pensavamo di aver già dato, e visto, tutto e pure troppo. Caldo torrido oltre i quaranta gradi che anche di notte ci sembrava di diventare completamente liquidi. Sul finire di un agosto che vogliamo dimenticare pur non riuscendoci facilmente, ecco la vibrante attesa dell’anticiclone sub tropicale africano (si scatenerebbe dall’area settentrionale occupata dal cocente deserto del Sahara). Piogge torrenziali con devastati bombe d’acqua o nuove fiammate di calore pronte a colpirci come inesorabili chiodi solari? Ma perchè l’anticiclone si chiama Caronte, un nome a caso? Negli Usa si danno nomi agli uragani, da noi ai fenomeni atmosferici. Ecco allora Caronte perché, seguendo i grandi autori che di lui hanno trattato (Virgilio, cultori della mitologia etrusca, Dante) la sua mitica figura ci ha “traghettato” nel cuore dell’estate sempre più rovente a causa degli immancabili cambiamenti di un’atmosfera sempre meno prevedibile.

POZZUOLI E LA SOLFATARA. Ritorno del terremoto e nuove paure. Niente a vedere, ovviamente, col novembre del 1980 quando si frantumò orribilmente l’Appennino meridionale (Campania, Basilicata, Puglia) con 3 mila vittime,9 mila feriti e 200 mila sfollati. Ma tutta l’area flegrea, dal bradisismo di ieri che colpì il Rione Terra, alle scosse di oggi, è sotto strettissimo, allarmato controllo. Fra i 64 sommovimenti registrati negli ultimi tempi dall’Osservatorio di geofisica e vulcanologia, il caso puteolano è considerato di particolare rilievo. Ampiezza dell’area interessata: 9 comuni direttamente (da Pozzuoli a Mugnano di Napoli), altri 54 indirettamente fino a una distanza di venti chilometri nelle province napoletana e casertana. Giuseppe Luongo, già direttore dell’Osservatorio Vesuviano, esorta a non sottovalutare la bassa intensità. Soprattutto quando arriva una scossa del 4,4 (epicentro nel golfo) che fa crollare un intero costone sul litorale di Bacoli. Senza contare l’ininterrotto sciame sismico e la presenza della Solfatara: la grande bocca ribollente, ad alto rischio sismico (è di alcuni anni fa la tragedia di genitori e bambino inghiottiti da una voragine apertasi all’improvviso).

FUOCO SUL VESUVIO. Per fortuna niente eruzione. L’ultima -fra le tante che dal 79 dopo Cristo si sono succedute “nel formidabil monte sterminator Vesevo” come dice Leopardi – risale al 1944.E’ quella che ha fatto scomparire, cancellandolo dal suggestivo e panoramico colpo d’occhio, il tradizionale “pennacchio”: la colonna di fumo grigio celestino che usciva dalla bocca del cratere e lentamente si allargava tutt’intorno come un grande ombrello. Da ottant’anni il vulcano è quiescente, non spento. A infastidire il suo sonno ci pensano, durante ogni estate, i focolai d’ incendio che si sviluppano tra lato mare e quello interno. Bruciano masse di rifiuti di ogni genere, ma soprattutto aree boschive di grande valore. La dolosità è ampiamente accertata, ma più incisiva dovrebbe essere la lotta ai piromani dietro ai quali si muovono quasi sempre interessi speculativi. Ora si pensa a una nuova strada che, fra Torre del Greco e Torre Annunziata, arriverebbe fin sotto il cono. Incentivo per nuova edilizia? L’estate che va via, lascia sul terreno una ventina di incendi criminalmente distruttivi. Vesuvio “guai ai suoi” dicevano i romani. Oggi sono oltre 700 mila gli abitanti che hanno di che temere per tutto quello che accade sulle pendici dell’antico vulcano così strettamente imparentato con la sua propaggine del Monte Somma.

CHIODI SOLARI. Espressione allusiva a “colpi di sole” che d’improvviso indeboliscono la mente e annebbiano gli occhi. Fin dall’antichità se ne parlava, per le questioni riguardanti il campo spirituale, come di “punti” che si formano come macigni nelle menti degli uomini e ne condizionano pesantemente il pensiero e l’agire. In campo sanitario, nella odierna confusa contemporaneità diventano dolori capaci di “trafiggere i pazienti” penetrando in loro come devastanti, infuocati “raggi di sole”. Dalla cronaca dei nostri giorni, alcuni esempi di sproloqui dovuti a bocche che si aprono senza che il cervello sia inserito. Contro il Papa: per la barese Carlotta Nonnis Marzano  ”è un anziano molesto da mandare ai giardinetti”. I leaders del G7 in Puglia? Inutili parassiti che uno tsunami deve spazzare via. Costretta a dimettersi da assessore, lei insiste: esprimo solo opinioni. Poi viene alla ribalta Il prete contro l’Autonomia differenziata: accade a Forcella, popoloso quartiere napoletano; durante la messa don Carmelo Raco fa girare un foglio invitando a firmare contro la legge voluta dal duo Calderoli-Salvini. In chiesa non si dovrebbe parlare di Vangeli? Cosa c’entra la politica-politicante? Se fosse ancora vivo, ci sarebbe da rivolgere un po’ di domande a Franco Basaglia che volle la famosa legge “manicomi porte aperte”.