Il fondatore di Telegram arrestato a Parigi. Le accuse: traffico di droga, frode, riciclaggio e pedopornografia

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in foto Pavel Durov

Ieri sera Pavel Durov, fondatore di Telegram, e’ stato arrestato ieri sera a Parigi, all’aeroporto di Le Bourget, al suo rientro dall’Azerbaigian. L’imprenditore, che da tempo ha lasciato la Russia e vive negli Emirati Arabi Uniti, e’ accusato di molteplici reati, tra i quali fiancheggiamento al terrorismo, possesso di droga, frode, riciclaggio, ricettazione e possesso di contenuti pedopornografici. L’ordine d’arresto, emesso dalle autorita’ transalpine, e’ stato eseguito non appena ha messo piede sul suolo della Francia, Paese di cui possiede cittadinanza oltre a quella degli Emirati Arabi Uniti. Al centro dell’indagine ci sarebbe l’intenzione di rafforzare i controlli sui sistemi di messaggistica criptati, secondo quanto riferito dai media francesi.

Le reazioni in Usa e Russia
Dagli Stati Uniti ma anche dalla Russia, Paese che l’imprenditore russo ha da tempo lasciato, si sono levate subito reazioni da parte di esponenti politici e non. “Durov libero”, e’ stato l’appello lanciato dall’amministratore delegato di Tesla e proprietario del social X, Elon Musk mentre dalla Russia il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ammonisce: “Durov voleva essere un uomo di mondo che vive bene senza la sua patria, e se n’e’ andato, pensando che i suoi maggiori problemi fossero in Russia” ma “ha sbagliato i suoi calcoli”. Nel frattempo, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zacharova, ha pubblicato sul suo canale Telegram una lista di 26 Ong occidentali che nel 2018 chiesero alle autorita’ russe di “smettere di creare ostacoli” al lavoro di Telegram, dopo la decisione del tribunale russo di bloccare la piattaforma. “Che ne dite? Stavolta si rivolgeranno a Parigi e chiederanno il rilascio di Durov, o ingoieranno la lingua?”, ha scritto Zacharova.
Negli Stati Uniti anche l’ex candidato indipendente alle presidenziali, Robert Francis Kennedy Junior, ha espresso critiche per l’arresto di Durov, invocando la liberta’ di espressione. “Il bisogno di proteggere la liberta’ di parola e’ piu’ urgente che mai”, ha scritto Rfk junior su X. Reazioni simili anche dalla deputata filo-russa Marjorie Taylor-Green: “La liberta’ di parola e’ sotto attacco in tutto il mondo”. Infine, ad esprimersi condannando l’arresto di Durov anche l’ex conduttore televisivo di Fox News Tucker Carlson, che recentemente aveva intervistato Durov. “Non e’ stato Putin ad arrestarlo per aver dato al pubblico la liberta’ di parola. E’ stato un Paese occidentale, alleato dell’amministrazione Biden e membro attivo della Nato, a fermarlo. Un avvertimento vivente per qualsiasi proprietario di piattaforma che si rifiuti di censurare la verita’ per volere dei governi e delle agenzie di intelligence”.

Mosca: Parigi si rifiuta di collaborare
L’Ambasciata russa a Parigi ha accusato oggi le autorità francesi di “rifiutarsi di cooperare” con Mosca sul fermo nella capitale francese del fondatore di Telegram, Pavel Durov, che ha la doppia nazionalità russa e francese. “Abbiamo immediatamente chiesto alle autorità francesi di spiegare le ragioni della sua detenzione e abbiamo chiesto che i suoi diritti siano protetti e che gli sia concesso l’accesso consolare – ha affermato l’Ambasciata, citata dall’agenzia di stampa Ria Novosti -. Ad oggi, la parte francese si è ancora rifiutata di collaborare su questo tema”.