Jackson Hole, mancano certezze su tempi e modalità di intervento sul costo del dollaro

in foto Jerome Powell, presidente della Fed

Riflettendo tra persone alla buona, quelle che nella scala social culturale del villaggio sono collocate appena qualche gradino più in su degli “abbonati” (sempliciotti), non è difficile che venga fuori che la riunione di Jackson Hole sia andata in maniera non molto diversa da uno degli episodi di Biancaneve dei Fratelli Grimm. Non è difficile che gli interessati alla materia di questi tempi abbiano percepito qualche qualche nota non proprio ben armonizzata con il contesto. Del resto l’epoca sembra essere proficua alla musica jazz, quindi qualche forzatura del brano elaborato non fa o non dovrebbe fare gran meraviglia.

Andando al nocciolo della questione, la relazione del governatore della FED Jerome Powell certamente con le sue dichiarazioni non avrà soddisfatto il bisogno di avere notizie certe di quell’auditorio dell’altro più vasto raggiunto via etere o carta stampata. Powell ha parlato di tutto e di più, senza dare alcuna indicazione certa sui tempi e sulla modalità di intervenire sul costo del dollaro.

Tutto fa pensare che la Signora Lagarde, presidente della BCE, non si comporterà in maniera molto diversamente dal suo omologo nelle prossime riunioni. Praticamente, oltre ad aver avuto un bis che lascerebbe perplessi anche operatori finanziari di lungo corso, aumenteranno la prudenza nelle scelte.

Peraltro l’efficacia di tali manovre potrebbe iniziare non prima della seconda metà di settembre, quando mancherà circa un trimestre alla fine dell’anno, quindi della sua conclusione. Sempreché non si materializzi nel frattempo qualche altro inconveniente.