UAH e il suo ‘Flanell’: un viaggio musicale tra autenticità e calore umano nell’era dell’apparenza

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(da comunicato stampa)

In questa estate torrida e afosa, dove imperversano hits e tormentoni con la
cassa in 4 e quasi sempre cantati in coppia/featuring. balza all’orecchio
“Flanell”, una piacevole anomalia del mercato discografico attuale, il
nuovo album del cantautore mascherato partenopeo UAH. Flanell” è una
raccolta di canzoni, suoni, parole, riflessioni che catturano l’essenza delle
esperienze umane e dei sentimenti più profondi, un viaggio unico che
attraversa generi musicali dalla new wave all’indie-pop, dal mood funk alla
new-disco.
I testi dei brani attingono da esperienza di vita vissuta, da scorci
emozionali, ben scritti in lingua napoletana e in italiano, immersi in un
tappeto sonoro urbaine moderno e ben curato, che delinea i contorni dei
tratti distintivi di “Ecco così brani come “Anestesia”, il singolo “Modena-
Milano”, “AnemaHit”, “Beckenbauer”, “L’attimo fuggente”, “Magàre &
Magàra”, “La buona notte”, “Itaca”, “Pop Art”.
“Flanell’” dice l’artista è: “come la camicia a quadrettoni riportata al centro
dell’artwork. Un disco da indossare, per guardarsi allo specchio e ritrovarsi a
essere (ancora) umani nonostante tutto, per ricordare a noi stessi chi siamo e
che dietro tutte le maschere dell’apparire c’è un lavoro da fare pelle a pelle,
corpo a corpo, per sopravvivere alla società odierna che ci vuole sempre più
alienati nella virtualità”. In un’epoca dominata da freddi algoritmi e
alienazione digitale, in un mondo che ha sostituito l’illusione social alla
realtà sociale, nel quale l’immagine e l’ossessione per l’apparire hanno
soppiantato tutte le gioie (e le fatiche) del fare, questo disco ci parla di
autenticità e di calore umano. “Quel calore ormai quasi dimenticato – dice –
passato di moda, proprio come la flanella, calda stoffa ormai in disuso o
confinata a un’estetica vintage”. In controtendenza con le logiche
dell’apparire, per lasciar parlare, anzi, per lasciar fare solo la sua musica,
l’artista cela il suo volto dietro tre differenti maschere, realizzate a mano da
un artigiano cartapestaio di Nola, il M° Paolino Scotta, che rappresentano i
tre stati d’animo legati all’espressione napoletana “Uah”. Ad accompagnarlo
in questa sua nuova avventura: Dino Barretta (Producer Music Factory
Studio), Chris Gehringer (Mastering Sterling Sound, New Jersey), Vince
Carpentieri (chitarre), Rita Ciccarelli (cori), Vincenzo Notaro (Officina
Mirabilis).