Quali strategie per l’Occidente, si riunisce negli Usa il Gotha dell’economia mondiale

in foto Jerome Powell

Anche quest’anno la crème de la crème dell’economia mondiale, insieme a una altrettanto nutrita quanto qualificata rappresentanza del Gotha politico internazionale, dal 22 al 24 agosto sarà ospite della FED di Kansas City per la riunione annuale a Jackson Hole, nella valle del Wyoming. Come per ogni edizione, un argomento farà da lepre nel cinodromo, cioè aprirà gli interventi successivi che si espanderanno a tutto campo. Si rimarrà in tal modo con i piedi per terra, cioè particolarmente attenti ai problemi attuali. Venerdì mattina aprirà le danze, ovvero la serie di relazioni, il Presidente della FED, Jerome Powell, che farà qualcosa di simile a una pregiata cornice sulla opportunità del ricorso alle manovre di politica monetaria. In particolare in frangenti come quello attuale, sulla durata ottimale delle stesse e la loro conseguente efficacia. Va senza dire che sarà di corvèe la Signora Presidente della BCE Cristine Lagarde che dovrebbe riferire sull’ interpretazione pratica fatta a Francoforte delle teorie di Milton Friedman, capostipite della scuola monetarista di Chicago e premio Nobel per l’economia nel 1975. Saranno presenti anche numerosi pezzi da novanta di quell’universo variamente articolato che governa il mondo. Poiché settembre è il mese indicato come foriero di almeno un taglio dei tassi su entrambe le rive dell’ Oceano Atlantico, probabilmente si riuscirà a capire dove l’Occidente voglia andare a parare nel quarto trimestre. Per quanto riguarda l’Oriente, sempre in merito agli stessi problemi, gli obiettivi sembrano prescindere da comportamenti di solo tipo finanziario e essere mirati all’ incremento della produzione e della produttività. Probabilmente il mondo ancora una volta sta per assistere a un tentativo di sorpasso di quella sua parte sull’altra, li dove tramonta il sole. Con una particolarità: sarebbe stato effettuato con tutti i crismi della normalità e senza ulteriori distorsioni nella gestione del capitale umano. Da questa descrizione a spanne non è difficile capire che l’attore di questa commedia, che finora lascia intravedere quanto meno un follow up positivo, è il subcontinente indiano. Esso è attualmente teatro di un incremento del PIL considerevole e soprattutto univoco, senza comportamenti ondivaghi. Ciò dovrebbe significare che l’impianto del programma di sviluppo di quella economia è tutt’altro che l’assemblaggio di provvedimenti spot, ma è frutto di una sana programmazione a medio lungo termine. Per essere ancora più precisi, quel fenomeno è cosa diversa dal corso dell’economia cinese che, al momento, sta rivelando pericolose sorprese in economia. Da esse si desume che a fiaccarlo non sono solo eventi esogeni, ma con molta probabilità, errori di sistema di programmazione, amplificati dalla congiuntura sfavorevole. C’è già stata la riunione di Davos che avrebbe dovuto dare al mondo se non la soluzione dell’ Enigma della Sfinge, poco meno. L’augurio è che la diversa ubicazione dove saranno piantate le tende del Circo Socioeconomico Mondiale porti allo stesso maggior successo.