Ancora sorprese da Marte, trovati degli oceani d’acqua liquida

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(foto da Pixabay)

Sul pianeta Marte c’è ancora acqua liquida, oltre a quella congelata ai poli. Lo rivelano i dati del lander Insight della NASA e un’analisi condotta da Vashan Wright, geofisico presso lo Scripps Institution of Oceanography dell’UC San Diego, descritti su Proceedings of the National Academy of Sciences. Utilizzando l’attività sismica per sondare l’interno di Marte, i geofisici hanno trovato prove di una grande riserva sotterranea di acqua liquida, sufficiente a riempire gli oceani sulla superficie del pianeta. La quantità di acque sotterranee stimata dagli scienziati potrebbe coprire l’intero pianeta a una profondità compresa tra 1 e 2 chilometri, o circa un miglio.

Se da un lato questa è una buona notizia per chi sta studiando il destino dell’acqua sul pianeta dopo che i suoi oceani sono scomparsi più di 3 miliardi di anni fa, dall’altro la riserva non sarà molto utile a chi cercherà di attingervi per rifornire una futura colonia marziana: si trova in minuscole fessure e pori nella roccia al centro della crosta marziana, tra gli 11,5 e i 20 chilometri sotto la superficie. Persino sulla Terra, praticare un foro a un chilometro di profondità è una sfida. Tuttavia, la scoperta individua un altro luogo promettente per la ricerca della vita su Marte, se si riuscirà ad accedere al serbatoio e, per il momento, aiuta a rispondere alle domande sulla storia geologica del pianeta.

“Comprendere il ciclo dell’acqua marziana è fondamentale per capire l’evoluzione del clima, della superficie e dell’interno . Un utile punto di partenza è identificare dove si trova l’acqua e quanta ce n’è”, ha dichiarato Wright, ex borsista dell’UC Berkeley che ha collaborato allo studio assieme ai colleghi Michael Manga, dell’UC Berkeley, e Matthias Morzfeld, dello Scripps Oceanography. Gli scienziati hanno utilizzato un modello matematico di fisica delle rocce, identico a quelli utilizzati sulla Terra, per mappare le falde acquifere sotterranee e i giacimenti di petrolio, per concludere che i dati sismici di Insight sono meglio spiegati da uno strato profondo di roccia ignea fratturata e satura di acqua liquida. Le rocce ignee sono magma caldo raffreddato, come il granito della Sierra Nevada.

“Stabilire che c’è una grande riserva di acqua liquida fornisce una finestra su come era o potrebbe essere il clima – ha affermato Manga, professore di scienze terrestri e planetarie all’UC Berkeley -. E l’acqua è necessaria per la vita come la conosciamo. Non abbiamo trovato prove di vita su Marte, ma almeno abbiamo identificato un luogo che, in linea di principio, dovrebbe essere in grado di sostenere la vita” ha sottolineato Manga, che era il consulente post-dottorato di Wright.

Manga ha osservato che molte prove, come canali fluviali, delta e depositi lacustri, nonché rocce alterate dall’acqua, supportano l’ipotesi che un tempo l’acqua scorreva sulla superficie del pianeta. Ma, quel periodo umido è terminato più di 3 miliardi di anni fa, dopo che Marte ha perso la sua atmosfera. Gli scienziati planetari sulla Terra hanno inviato molte sonde e lander sul pianeta per scoprire cosa è successo a quell’acqua. E, l’acqua congelata nelle calotte polari di Marte non è in grado di spiegarla tutta.

Le nuove scoperte indicano che gran parte dell’acqua non è sfuggita nello spazio ma è filtrata nella crosta. Il lander Insight è stato inviato dalla NASA su Marte nel 2018 per studiare la crosta, il mantello, il nucleo e l’atmosfera e ha registrato informazioni preziose sull’interno di Marte prima che la missione terminasse nel 2022. “La missione ha superato di gran lunga le mie aspettative – ha dichiarato Manga -. Dall’esame di tutti i dati sismici raccolti da Insight, si è capito lo spessore della crosta, la profondità del nucleo, la composizione del nucleo e anche un po’ la temperatura del mantello”.

Insight ha rilevato scosse di terremoto su Marte di magnitudo fino a circa 5, impatti di meteoriti e brontolii provenienti da aree vulcaniche, tutti fenomeni che hanno prodotto onde sismiche che hanno permesso ai geofisici di sondare l’interno. Un documento precedente riportava che al di sopra di una profondità di circa 5 chilometri, la crosta superiore non conteneva ghiaccio d’acqua, come sospettavano Manga e altri scienziati.

Ciò potrebbe indicare che le acque sotterranee ghiacciate sono poco accessibili al di fuori delle regioni polari. Il nuovo lavoro ha analizzato la crosta più profonda e ha concluso che i dati disponibili sono meglio spiegati da una crosta media satura d’acqua, che si trova al di sotto della posizione di Insight. Supponendo che la crosta sia simile in tutto il pianeta, la squadra di ricerca ha sostenuto che in questa zona intermedia dovrebbe esserci più acqua rispetto ai volumi stimati in precedenza per riempire gli antichi oceani marziani ipotizzati.