Ferragosto, finalmente. Ma la finanza non riposa

dal sito dei Giovani imprenditori (giovanimprendiori.org)

Durante la settimana di Ferragosto, buona parte dell’ umanità smette di lavorare per godere il giusto riposo, cioè per trascorrere le meritate ferie. Di quanti restano in attività, una parte cospicua lo fa perché coinvolta nel mondo della finanza. La partita in gioco, le operazioni “a denaro”, hanno sovente richiami assimilabili a quelli delgioco d’azzardo Se non si è scaltri a sufficienza, peggio ancora se non si è pronti a bleffare o addirittura a barare, il rischio di essere travolti da quegli ingranaggi aumenta a dismisura. Per solo rinforzo della lezione che ogni giorno si può trarre dall’operato di chi si concede quel trastullo, basta andare con il pensiero a Venezia, alla metà del secolo scorso. Precisamente a Cà Foscari, sede dell’ Università. In quelle aule insegnò il Professor Bruno De Finetti. Quel nobiluomo era posseduto dal demone del gioco. Questi elaborò riguardo a quel comportamento che oggi è definito ludopatia il suo teorema più noto. La conclusione di quello studio lo portò a affermare senza riserve che, per una serie lunga e continua di giocate, ciascuno dei players è destinato a perdere nei confronti del banco. Non si è avventati se si estende, con i dovuti adattamenti, tale ipotesi all’attività di speculazione nel mondo della finanza in senso lato. Quello che comprende un mare di valute scambiate senza che, in fondo a esso, funzioni una quantità, benché minima, di economia reale che ne giustifichi la pesante presa sugli operatori. Allo stato qualcosa del genere sta accadendo con buona evidenza, prendendo atto che gli attori principali sono i presidenti dei due primi istituti centrali, la FED e la BCE. Volendo andare ancor più in profondità del caso, non si può omettere di qualificare con la necessaria terminologia il comportamento del Presidente del primo di quei due istituti, la FED. Diventa sempre più difficile accettare che il modo di operare suo e dei suoi collaboratori sia dettato da completa buona fede, ormai appena un poco in più di quanto basterebbe perché i mercati fossero tolti dai carboni ardenti. In effetti la situazione appena accennata ricorda quanto accadeva a Delfi, sull’isola di Delo in Grecia, molti anni prima di Cristo. Pizia era una sacerdotessa di Apollo che, quasi mai sobria, faceva con astuzia previsioni ai pellegrini di ogni dove che si recavano su quell’isola. Gli stessi vaticini erano sostenuti dalla logica ancora oggi in uso “se non piove, prima o poi pioverà”. Da questa parte dell’ Atlantico, come accade per molte altre situazioni che abbiano una certa attinenza con lo stesso argomento, il vaticinio è ritrasmesso ovattato alla corrispondente in loco, la Signora Lagarde. Parigrado dell’ Avvocato Powell, la BCE con base operativa a Francoforte. Dando per scontato che quelle due grandi banche debbano necessariamente operare di concerto, almeno così è auspicabile, c’è da aggiungere che non sono pochi i distinguo da fare sulla loro operatività. Solo per tracciare un solco, il biglietto verde o dollaro è emesso e gestito da un solo ente, la FED e i vari stati USA sono tenuti al rispetto delle sue decisioni sic et simpliciter.Se così non fosse, esse innescherebbero vere e proprie guerre, questa volta…stellari. L’ euro, più fresco di conio e di stampa, segue una trafila più complessa, che nella BCE trova la ragione di diventare uno strumento di negoziazione unico per tutti gli stati della UE. Senza alcuna velleità di liquidare così l’argomento, si può aggiungere che il dollaro, storica moneta del Paese a stelle e strisce, viaggia su un percorso più ampio di quello a sole stelle, la UE, scarsamente fungibile. Già questi pochi cenni dovrebbero dare l’idea della valenza dell’unitá di conto verde. Altrimenti non sarebbe di facile comprensione perché i vertici della FED abbiano fissato una riunione presso la sede dell’ Istituto per oggi, quando in Europa saranno all’incirca le 14. Tanto domani è ferragosto: dopo si vedrà