Antitrust, spiagge libere scarse, in alcuni casi inesistenti

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L’Antitrust “condivide le conclusioni cui sono pervenuti il ​​giudice amministrativo nazionale e la Commissione europea secondo cui è evidente l’attuale situazione di notevole scarsità (in alcuni casi inesistenza) che caratterizza le aree demaniali a disposizione dei nuovi operatori”. Lo scrive l’Autorità nella segnalazione a Anci e Conferenza Stato-Regioni sulle concessioni balneari, sottolineando che la situazione “è ancor più pronunciata se si utilizzano gli ambiti territoriali comunali o comunque si prende come riferimento porzioni di costo ridotte”. Il concetto di scarsità” deve essere interpretato in termini relativi e non assoluti, tenendo conto non solo della “quantità” del bene disponibile, ma anche dei suoi aspetti qualitativi e, di conseguenza, della domanda che è in grado di generare da parte di altri potenziali concorrenti. Ciò considerando che, ancora oggi, i dati del Sistema Informativo del Demanio marittimo – richiamati anche dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato – attestano l’esistenza di una percentuale di occupazione delle coste molto elevata, viste le zone di spiaggia libera che non risultano fruibili e tenuto conto dei limiti quantitativi massimi di costa che può essere oggetto di concessione prevista in molte Regioni”, evidenzia l’Antitrust.