Oggi vi sono circa 15.000 lavoratori socialmente utili per un costo di circa 70 milioni annui. Lo riferisce l’Inps pubblicando una scheda informativa nell’ambito dell’operazione trasparenza “Inps a porte aperte”. L’Inps ricorda che i Lsu sono stati istituiti nel 1981 e che alla fine degli anni ’90 ammontavano a 170.000. Vi sono due categorie di Lsu, i cosiddetti “transitoristi” che continuano le attivita’ con oneri a carico del Fondo sociale occupazione e formazione (Fsof) e i lavoratori cosiddetti “autofinanziati” che continuano le attivita’ con oneri a totale carico delle Regioni o enti utilizzatori. Attualmente le Regioni che hanno ancora attivi i Lavoratori socialmente utili a carico del Fsof sono soltanto sette (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia e Lazio). “Pertanto – conclude la nota Inps – il Ministero sta ponendo in campo misure di politica attiva mirate allo “svuotamento” del bacino dei LSU a carico del FSOF, attraverso la stabilizzazione dei lavoratori presso gli stessi Enti utilizzatori o attraverso l’erogazione di incentivi regionali finalizzati all’attivita’ autonoma o alla micro-imprenditorialita’”.