Le facezie costituiscono da sempre un genere di conforto per lo spirito, a patto di non esagerare

È frequente che quando un disagio diventa pressoché insopportabile, si cerchi in qualche modo di allontanarlo con un esorcismo, almeno per quanto è possibile. Lo si fa tentando, se si può, di marcare i lati dello stesso che possano avere qualche caratteristica che si presti a tanto. Il tempo è quello adatto, ma solo in teoria. Il problema è che non è facile individuare dove finisca la parte leggera e quindi inizi quella seria dell’oggetto, per cui è molto difficile evitare che la guerra prenda piede su tutto con quanto ne può conseguire. Sta accadendo ormai da tempo che si verifichi un fenomeno molto simile al comportamento di quei piccoli roditori che vivono oltre la zona del Nord Europa popolata da esseri umani. Arrivati a un punto della loro esistenza, quegli animaletti vengono presi da una forma di smania che li spinge, in fila ordinata, a precipitarsi da un’alta parete di ghiaccio per concludere così la loro esistenza. Sembra proprio che il genere umano, da un po’ di tempo, si sia avvicinato a quanto appena descritto con i dovuti adattamenti, “adeguando” a tale condotta irrazionale il suo life style. Non è infatti difficile ravvisare con sempre maggior frequenza, a un tipo di comportamento alla James Dean nel film Gioventù Bruciata. Girato nei primi anni ’50, riportava scene di autodistruzione di un gruppo di giovani che, come scopo di vita, avevano principalmente quello di autoeliminarsi. Le differenze più evidenti tra i due comportamenti, quello degli animali già di allora e quello umano di ora, sono le diverse situazioni in cui si concretizzano. Di solito è da esse che fuoriescono quelle masse di popolo che si comportano così. Negli anni ’50, terminato da poco il conflitto mondiale, a dare problemi all’ umanità fu la guerra tra le due Coree, quella del nord e quella del sud. Oltre agli Usa, essa vedeva coinvolta anche la Francia. In effetti, fino a un certo punto, sembrava un problema senza una soluzione razionale. Accadde che le due parti di quel paese riuscirono a concludere un armistizio sui generis che, strano ma vero, non è stato mai convertito in un accordo di pace nel senso autentico del termine. Esposta in forma più esplicita, la situazione attuale dei paesi in armi ricorda molto da vicino un gomitolo di lana dopo essere stato opportunamente “trattato” dal gatto di casa. Non si sa da dove iniziare per riportarlo in condizioni tali da poter essere utilizzato per il suo scopo naturale. Attualmente la salute del mondo è per buona parte condizionata da quella condizione. L’augurio è che essa non collassi, coinvolgendo così anche il resto dell’umanità. A quello stadio non sarà più possibile soffermarsi su facezie e altre amenità del genere. E non accadrà perché sarà stata ristabilita una qualsiasi situazione di vera e propria stabilità tra i contendenti.