Parigi 2024, a mente fredda: da Jacobs un grande risultato

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Parigi, 5 ago. (askanews) – A Tokyo eravamo campioni olimpici, ieri sera sulla pista dei 100 metri di Parigi 2024 Marcell Jacobs ha ottenuto il quinto posto. Messo così potrebbe sembrare un significativo passo indietro, in realtà, come hanno capito in molti, perfino la grande stampa risultatista, ieri sera allo Stade de France è andata in scena una storia di successo sportivo per l’Italia e per lo stesso Jacobs che, in una finale velocissima nella quale praticamente tutti sono scesi sotto i 9.90, ha corso la sua terza migliore prestazione di sempre – 9.85 – ed è rimasto in lizza per una medaglia per tutta la prima parte di gara. Unico europeo tra gli otto, questo Jacobs ha dimostrato di sapere affrontare le difficoltà e di essere sempre in grado di migliorarsi nelle grandi competizioni.

Dopo la batteria molto ingessata si è disteso in semifinale, eguagliando il suo miglior cronometro stagionale – 9.92 – e in finale ha abbassato il tempo di altri 7 centesimi. Che sono tanti. Per questo il risultato di ieri è un risultato importante, anche se non ha portato medaglie. Nelle quali ovviamente tutti speravamo, ma realisticamente era davvero difficile a fronte di una platea di avversari sempre più forte e competitiva. Lyles, Thompson, Kerley, ma anche Simbine, Bendarek, Seville: velocisti spettacolari. Tra i quali Marcell Jacobs ha dimostrato ancora una volta di esserci e di potersela giocare.

È il risultato davvero storico per la nostra atletica e il nostro sport sta forse nel fatto che oggi è diventato normale vedere atleti azzurri in finale dei 100 metri (così come è diventato normale nel tennis vedere Sinner o Paolini protagonisti negli Slam) e vederli competitivo sempre ai massimi livelli. Per questo, anche se resta in parte vero, come ha detto il ciclista Filippo Ganna dopo il suo argento olimpico, che il secondo è il primo degli sconfitti, è anche certamente vero che a livello di Olimpiadi il quadro deve essere più ampio e anche la parola “sconfitta”, lo ha ribadito ad askanews proprio ieri sera il presidente Malagò, deve essere riconsiderata.

Perché storie come quella di Jacobs, o di Macchi nel fioretto o del canottaggio pesi leggeri, lo stanno dimostrando. Si vince anche in altri modi. Si vince sui lunghi periodi e sui progetti. Che però, lo sappiamo, hanno bisogno delle medaglie per poter continuare a essere sostenuti. Per questo adesso sotto con le staffette, ma pure con gli ostacoli, il lungo, il martello e il salto in alto. L’atletica è in fondo la regina dei Giochi, c’è ancora tanto da fare. (Leonardo Merlini)