I “giochi” di Buren al Madre, ultimo weekend per “Comme un jeu d’enfant”

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Pittore e scultore francese formatosi nella prestigiosa Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts de Paris, Leone d’Oro per il miglior padiglione nazionale alla Biennale di Venezia del 1986, Daniel Buren ha fatto del rigore e dell’essenzialità la cifra della sua produzione artistica, scandagliando, così, i limiti e le potenzialità dell’arte. 

Le sue opere sono concepite per essere esclusivamente fruite nel tempo e nello spazio nel quale nascono. Per definire, infatti, la sua idea artistico-concettuale, Buren, utilizza l’espressione “in situ”, stabilendo così il rapporto imprescindibile e indissolubile tra le sue creazioni e i luoghi, sia essi piazze o musei, in cui sono realizzate.

Attualmente l’artista è in mostra al Museo MADRE di Napoli, nella grande sala al piano terra, fino a lunedì 29 febbraio 2016, con una grande istallazione “in situ” intitolata “Comme un jeu d’enfant“: proprio come un bambino, infatti, lo spettatore si troverà immerso in uno spazio ludico, in un gioco di costruzioni fatto dall’unione di centinaia di moduli, dove archi colorati, geometrie squadrate, torri cilindriche inducono a infinite possibilità; una realtà in potenza che prenderà forma nell’immaginazione dei visitatori. L’opera, nata dalla collaborazione con l’architetto Patrick Bouchain, spinge lo spettatore a confrontarsi con i suoi sensi attraverso la percezione visiva e tattile.

I visitatori potranno, inoltre, ammirare, nell’atrio d’ingresso al MADRE, Axer/Désaxer, istallazione realizzata per il decennale del museo, rinnovandone l’ingresso, creando, così, uno spazio unico tra la città e il museo, tra i cittadini e l’arte; istallazione che, nel caso del consenso da parte della soprintendenza, l’artista donerà alla città.